A distanza di due anni dall’ultima produzione “Leverage“, che già aveva diviso i fan e la critica, in quanto ben lontana dal Folk-Rock leggero caratteristico della band, i tedeschi Lyriel tornano sulla scena musicale alla grandissima: “Skin And Bones” è un album lontano dallo stile originario, ma che organizza gli elementi celtici e medievali in maniera assolutamente innovativa.
Alternative, heavy e notevolmente catchy, caratteristiche che, senza dubbio, portano la band di Gummersbach verso nuovi orizzonti. Passa, stavolta, in secondo piano anche la componente Symphonic, per lasciare spazio a pesanti riff e ritmi serrati.
“Numbers“, “Days Had Just Begun“, “Dust To Dust” è quanto di più rimanga della vecchia essenza Lyriel: piccole reminiscenze di un Medioevo Irlandese, che inevitabilmente lasciano spazio alla vera, dura veste tedesca.
A prendere totalmente piede nell’album è un Heavy Metal che non permette defiances: “Falling Skies“, “Skin And Bones“, “Worth The Fight” e l’assolutamente caratteristica “Der Weg“, in lingua tedesca, si distinguono per la preminenza di un apparato elettrico pesante, quasi “cattivo”, accompagnato da stacchi batteristici e ritmi serrati.
Due le ballads in questo album, “Astray“, condotta da quello che appare essere il suono di un unico violoncello, e “Dream Within A Dream“, totalmente pianistica. Collegamento con la produzione precedente, nonchè con quanto resta del Symphonic è “Black And White“, presentata in questo album in due varianti diverse.
Una bella sorpresa è, invece, “Running In Our Blood“, unica traccia Alternative dell’intero album, non troppo distante dallo stile dei Within Temptation, la più sentita, forse anche la migliore.
Che dire, i Lyriel tornano in quarta: buon album, buona produzione, pochi i legami con il passato ed una spinta decisamente innovativa e accattivante, nuova per un genere che di per sè risulta di particolarmente difficile comprensione.
