I Betoken sono giunti alla sesta fatica di una carriera iniziata ben quattordici anni fa. Nel 2000 infatti Ivo Ricci, batterista già noto sulla scena metal italiana, decide di fondare una nuova band alla quale dedicarsi però come chitarrista/compositore, un gruppo nel quale poter concentrare le proprie idee e poterle esprimere senza limitazioni, infatti Ricci è a tutti gli effetti il “deus ex machina” dei Betoken e sarà l’unico punto fermo della formazione per tutti questi anni. A questo punto a qualcuno sarà forse venuto in mente un certo Dave Mustaine?… Esatto… pur non avendolo mai espressamente ammesso Mustaine è la principale fonte ispiratrice di Ricci.
In questi 14 anni nei Betoken si sono alternati vari membri, tutti validi artisti con un solido background alle spalle, questi numerosi cambi di formazione, uniti alla volontà di Ivo di non focalizzarsi su di un genere solo, hanno fatto si che gli album prodotti fossero spesso molto diversi fra loro, ed è di fatto difficile poterli unificare sotto un solo genere; questo li ha portati, a volte, ad essere oggetto di valutazioni molto controverse da parte della critica e, a parere di chi scrive, di essere valutati con leggerezza, non sempre tenendo conto dell’obiettivo che si erano prefissati, cioè di esprimere le molteplici influenze della sua musica: dal power al prog, dal thrash al doom. Concentriamoci ora su quest’ultimo lavoro “Beyond Redemption“, un concept album ispirato al Doctor Faust di Marlowe, il famoso studioso che ossessionato dal desiderio di conoscenza assoluta arriva al punto di abbracciare la magia nera, evocare un demone dall’inferno ( Mefistofele) e cedergli l’anima per 24 anni in cambio di tutto lo scibile umano.
Per i testi i Betoken si sono avvalsi della collaborazione di due scrittori Daniele Bellomi e Giulio Mauri, che collaborando con il singer Antonio Pecere, autore qui di una convincente perfomance, hanno imperniato i brani sui dialoghi dei personaggi partecipanti; a questo punto, rendendosi necessario l’utilizzo di più voci, sono stati coinvolti nel progetto alcuni ex membri del gruppo, cosi oltre ad Antonio nella parte di Faust, troviamo Eva Rondinelli nella parte di Mefistofele e Francesco Ferreri nella parte del narratore; abbiamo inoltre come ospite Raffaele “Raffo” Albanese (From the Depth, 5th Element) che interpreta la visione apparsa a Faust nel sonno. Altro ritorno d’eccezione è Giulio Capone (Temperance, ex Drakkar, ex Bejelit) alla batteria e autore di molti arrangiamenti sinfonici; presenti inoltre, come nelle ultime produzioni, anche Michele De Ponti alla seconda chitarra e Alex Raven al basso. Da segnalare anche il ricercato artwork della cover a cura di Gigi Cavenago (disegnatore tra l’altro di Dylan Dog e di molte altre testate).
Diciamo subito che è stato svolto un ottimo lavoro, il disco scorre piacevole all’ascolto a patto di lasciarsi coinvolgere dalla narrazione del concept; ecco questo è il punto, questo album va ascoltato attentamente per intero e ne consiglio vivamente l’ascolto seguendone i testi sul booklet, a meno di avere un’ottima conoscenza della lingua d’Albione, per godere appieno dell’eccellente lavoro svolto dal gruppo. Per gli stessi motivi è difficile mettere in risalto un pezzo in particolare in quanto ogni brano ha una sua identità precisa all’interno della storia, anche se, dovendo fare una scelta citerei “A Thirst of Knowledge” e “Point of No Return“, dotati di un’ottima struttura e che trattano di due momenti cruciali della storia, l’inizio della pazzia di Faust e il momento in cui capisce di non potersi redimere dalla sua dannazione.
Per concludere penso che questa volta, forse più di altre, i Betoken siano riusciti a centrare l’obiettivo che si erano prefissati, l’album è ben architettato e arrangiato e ha molto da dire.
Lasciatevi coinvolgere dalla storia e non ve ne pentirete.
