Fondati nel 2011 da Brandon Helms, la mente contorta che si cela dietro ai progetti From Oceans To Autumn e Mountains Among Us Fame, i Magi pubblicano il loro primo lavoro in studio, “Forget Me Not”.
Pur essendo un debut album, ci troviamo di fronte ad un lavoro evoluto e preciso, ricco di sfumature ed atmosfere, da ascoltare e riascoltare prima di poterne decidere l’effettivo valore. Si tratta di un esperimento che parte da un progetto dedito all’esplorazione pioneristica del drone metal con i due EP “33rd Degree” e “December“, arrivando al profilo di una band vera e propria che si muove agevolmente nel territorio doom metal e post metal.
Abbiamo davanti sette tracce complesse e fortemente intrecciate tra loro, struttura che rende l’ascolto dell’album articolato, ma che sembra essere anche un punto di forza notevole per la compattezza e l’eleganza che nasce dall’insieme delle canzoni. Il ritmo è lento, pachidermico, ricorda i lavori di Altar Of Plagues e Mouth Of The Architect per pesantezza ed incedere funereo. specialmente in pezzi come la opener “The Silence We Display” e l’intensa “A Million Questions“.
Le incursioni sludge sono frequenti e ben calibrate, così come gli inserti vocali; è un album da ascoltare aprendosi verso le nuove correnti del doom metal, che si allontanano dai grandi nomi del passato: per intendersi, c’è poco dei Candlemass e moltissimo di Rorcal, degli YOB di Mike Scheidt e dei Neurosis.
Avvicinatevi a “Forget Me Not” solo se siete già amanti del genere catacombale, se siete sostenitori delle sperimentazioni drone, se vi intrigano gli scenari Post metal e se siete curiosi di sapere dove porterà la strada aperta e battuta dai Neurosis. In ogni caso, ci troviamo davanti ad una produzione raffinata e pregevole, che sottolinea e sostiene il buon lavoro intrapreso dalla Argonauta Records.