Il ritorno dei TOTO rimbomba nel mondo come un fulmine a ciel sereno. A distanza di ben 9 anni dal fortunatissimo “A Falling In Between“, la band capitanata dal genio assoluto di Steve Lukather torna alla ribalta della scena rock, ancora una volta con l’italiana Frontiers, con un album che suona fresco e ispiratissimo quasi come se i TOTO stessi si fossero fermati ed avessero mantenuto l’ispirazione degli anni 80.
Come letto in numerose interviste, dobbiamo ringraziare la label nostrana se ancora una volta il gruppo ha deciso di tornare a incidere materiale proprio; “non fosse stato per la Frontiers Records, non saremmo tornati ad incidere nuovi brani” è una frase che colpisce più di molto altro. In un periodo storico certamente non perfetto per il music business, c’è ancora qualcuno che crede nel talento compositivo e nella classe cristallina di una serie di band più longeve che mai, tanto da spingerli a provare ancora a creare qualcosa di unico. E qui è proprio il caso di parlare di una vera e propria perla; il trittico iniziale ” Running Out Of Time“, “Burn“,”Holy War” non fa prigionieri e consolida ancora la band americana come una delle leggende stesse del movimento rock melodico degli ultimi 30 anni.
Uno dei brani trascinanti è il singolo “Orphan“, costruito su un giro armonico che profuma di atmosfere da radio americane, mentre il sole picchia caldo sulla Route 66. Chiudete gli occhi e vi ritroverete ad ascoltare il rumore dell’oceano e la brezza spingere contro la vostra fronte.
Il viaggio continua alla grande con divagazioni musicali, grandi parti corali, ritornelli d’impatto e i soliti assoli al fulmicotone firmati dall’immenso Steve.
XIV termina con uno dei picchi stilistici dei TOTO, quella “Great Expectations“, in grado di far sobbalzare ancora una volta i nostri cuori e tenerli in fibrillazione nell’attesa, se mai avverrà davvero, dell’uscita di un prossimo lavoro. Ne sentivamo il bisogno, questa band mancava troppo alla scena.
