I debut hanno un fascino molto particolare…le definizioni imposte dalle squadre di marketing delle etichette vanno a pescare un altisonanza di nomi e generi che aiutano a creare interesse ma al tempo stesso promuovono qualche attimo di confusione, specie in un recensore. La soluzione è chiudere a chiave i pregiudizi e semplicemente azionare il ‘play’.
Nel caso dei britannici Countless Skies ci troviamo di fronte ad un gioiello nascosto…il quintetto muove i propri passi lungo coordinate death metal, contornando magicamente le strutture con un’epicità oscura e un utilizzo costante delle melodie. Il rapporto tra la pesantezza delle chitarre e il mellifluo inserimento di elementi armonici permette di scaturire un sound che attrae già al primo ascolto, facendo sì che la voce di Ross King destabilizzi con l’ostinata gravità gutturale. Infine, come da copione, la vera forza è nascosta nel sound corposo di base, da cui scaturisce un tiro invidiabile.
La produzione è fumosa e carica di pathos, capace di far respirare i suoni con una naturalezza libertina; le performance mettono in mostra un act coeso e brillante, dove i contrasti vocali tra King e Romeo fuoriescono vittoriosi…la sezione ritmica pulsa anche nei momenti più intimi, lasciando presagire che i Countless Skies possano davvero sorprenderci. Mixing e mastering appaiono bilanciati, anche se un disco del genere avrebbe meritato qualche attenzione in più.
“Audade” ci proietta nel magico mondo di “New Dawn”, colpendo per la leggerezza con cui entra nei padiglioni auricolari…”Heroes” e “Incendium” sono track potenti e decise, dei veri macigni live che metteranno a ferrro e fuoco l’audience; “Solace” fa crescere il pathos mentre con “Daybreak” ed “Ethereal” assistiamo alla vera fioritura del songwriting della band, capace di colpire con melodie vincenti senza tralasciare il tocco death…”Wanderer” torna pressante sui canoni dell’inizio mentre “Return” chiude il viaggio con maestria e sapienza.
I Countless Skies possono tranquillamente classificarsi tra quelle band che usano la violenza in modo ragionato. “New Dawn” aprirà loro molte strade e se i presupposti sono questi dobbiamo aspettarci (ed esigere) molto da Ross King e soci.
