Haereticus

Il black metal è un genere chiuso su se stesso.
Questo è il primo commento che viene da fare ascoltando questo EP degli Ecnephias, band lucana, il cui elemento fondamentale e fondante (Mancan) è attivo sin dal 1996 sulla scena italiana ed estera. Tutti i cliché del genere sono rispettati, dall’artwork, alle foto, ai nomi dei componenti della band per finire con il tipo di canzoni e disposizione delle tracce nel disco.
Si comincia con un’intro di sola voce, cantato in latino, chiaramente ispirato ai pezzi corali medievali che ci porta alla title track che comincia con una schitarrata veloce e serrata e doppia cassa martellante. La seconda e la terza traccia sono un misto di atmosfere malinconiche ed oscure, si alternano pezzi di sola tastiera a riff veloci, arpeggi a pezzi maestosi e cadenzati e, sorpresa!, testi in italiano ed inglese.
La quarta traccia stacca del tutto e sentiamo recitare dei versi da una donna su una base di clavicembalo (o chitarra acustica che lo ricorda molto…) per poi tornare di nuovo a una schitarrata violenta che è l’inizio del brano successivo. La sesta traccia, “Hills On A Desert”, è piena di riff solenni con finezze tecniche ed arrangiamenti più ricercati, parti di tastiera molto marcate e un assolo (l’unico del disco) fatto con la chitarra non distorta. Di sicuro è la traccia più rilevante di questo lavoro.
Ultimo brano di nuovo un cantato corale in italiano, con l’intervento della soprano Lilith, che mette ancora una volta in risalto le doti canore di Mancan.
In ultima analisi il sound è quasi perfetto, gli arrangiamenti sono ben curati, i suoni scelti ad hoc ed è notevole l’uso che fanno delle tre lingue (italiano, latino, inglese) che danno un giusto stacco tra i pezzi e non risultano mai forzate.
Per dovere di cronaca va detto che la batteria è stata registrata da Antonio Donadeo (Undertakers, Traitor, Stilness Blade e Vital Remains) che sicuramente fa la differenza nella base ritmica.
Di sicuro questo EP piacerà molto agli amanti del genere.