L’aggettivo che più spesso mi è passato per la mente mentre ascoltavo questo “Behind The Bones” è stato “acerbo”. Indubbiamente i quattro di Novara avevano ottime intenzioni, ma si sa che solo con queste non si va da nessuna parte, bisogna anche saperle far fruttare.
Recensire questo promo di cinque tracce è stato più difficoltoso del previsto per una serie di motivi, primo fra i quali una certa confusione di fondo. In più di un’occasione sono rimasto perplesso in quanto non riuscivo a capire quale genere musicale rappresentasse in meglio gli Akatosh, perchè in questo EP si possono trovare le influenze più disparate. L’elemento che lega praticamente tutti i brani tra loro è una indubbia componente Black Metal, che si fa a volte epico, mentre altre volte si lega al Death Metal per poi strizzare l’occhio a trame chitarristiche che si possono anche accostare al metal classico. Non che questo sia un male, ma ho avuto l’impressione che gli Akatosh abbiano voluto un po’ strafare, senza avere le qualità per farlo. “Behind The Bones” non è certo un prodotto da buttare, anche perché gli spunti degni di nota sono ben presenti in tracce quali “Hordes Of Sithis” e “Evochiamo I Teschi”, poi però ci si trova davanti a pezzi inconcludenti come “Nordic Cold” che vanificano tutto ciò che di buono era stato fatto. Molto negativa anche la produzione, il suono delle chitarre è assolutamente freddo e artificiale, e la drum machine (non venitemi a dire che questi sono i suoni di una batteria vera…) oltre ad essere programmata male copre pure tutti gli altri strumenti quando accelera.
Non è mai bello parlare male di una band emergente e tra l’altro giovanissima, ma davvero non ci siamo. Dalla loro gli Akatosh hanno la fortuna di essere una band giovane ed emergente, elemento questo da non sottovalutare e che funge anche un po’ da scusante. Però non me la sento di dare loro la sufficienza, troppe cose in questo EP non mi hanno convinto appieno. Sorry, guys, ma la strada è ancora lunga…
