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In Death We Triumph

Chiude il sipario per sempre

La Necromanzia è un’antica arte che può essere associata alla divinazione, nascosta dietro particolari simboli, che cerca di evocare gli spiriti di persone ormai defunte. Ma durante il Medioevo ciò diviene solo la punta dell’iceberg e questa ammaliante bravura inizia ad essere associata alla magia nera: infatti gli stregoni cercarono di richiamare demoni, prima di allora persi nella loro sinistra e mortuaria placidità, perdendo il suo precedente arcano e neutro significato.

Queste ed altre ancora sono le tematiche contenute nelle sottili architetture testuali dei Ferox, band di Ravenna che ha realizzato un solo EP In Death We Triumph e dopo di esso, con indisponente acidità, decide di porre la parola fine a questa acerba creatura. Dalle sue ceneri rinascerà, come araba fenice, con il vivace moniker Morbid Fest. Il problema originalità non si pone per l’irreligioso ensamble dell’Emilia Romagna, infatti pesca e attinge a piene mani dalla tradizione, sicuramente poco incline ad accettare novità, producendo un canonicissimo, essenziale e cacofonico black metal, scandito da tempi veloci e ritmiche impervie, nobilitato anche da arrugginiti inserti thrash metal, che si accontenta di ripercorrere i passi già percorsi da altri prime movers, prima tra tutti i Darkthrone. La loro sballata proposta non ammette fronzoli di nessun tipo, ricercando una sorta di linearizzazione attraverso un songwriting asciutto, diretto ed essenziale, con martellanti partiture chitarristiche, ad opera di Athanor. Egli è anche autore di uno screaming vampiresco, dalle gradazioni naive, che a tratti risulta quasi sottile e lontano. Purtroppo non è esente da un importante peccato veniale, il quale si identifica sopratutto nello stare sempre sintonizzati sui medesimi canali sonori. Ogni tanto emerge anche qualche atmosfera interessante, dalla luce polare, ma nel complesso si può parlare di esso come un dialogo incompleto a causa di difetti come la monotonia e la ripetitività.
“Necromantic Kingdom dopo un intro opprimente e neurotica esplode, di punto in bianco, in tutta la sua potenza, la quale assume violente proporzioni smisurate. Brano nel complesso ordinario che si appoggia su una semplicissima linea di basso e batteria. SangueTra I Capelli non si differenzia tanto dalla savia composizione precedente se non fosse per il cantato in Italiano. Emergono dai solchi sinfonie morbose e rabbiose teatralità che sono ormai appannaggio e consuetudine del genere proposto. All Putrefed è quasi un trasbordante rituale, che ha come ideale habitat e substrato una montagna di virulenza celebrativa, intervallato da linee vocali autonome e molesta adrenalina. In Black Throne alberga una tersa e agghiacciante aria, scheckerata con notturne e ferali sensazioni che sembrano albergare nel susseguirsi di una torva foresta, nel cuore della notte Artica. Infine la conclusiva Usque ad Inferos rinuncia a parte della passata essenza tracotante, violenta e prepotente a favore di soluzioni più noir e decadenti.

La storia si ripete e possiamo affermare senza indugi che, al contrario della primordiale Necromanzia da loro decantata, In Death We Triumph, è lontano da qualsiasi forma di strabiliante magia e di stridente delirio, scorrendo via senza troppi intoppi ma neanche senza eccessivi sussulti. Ma del resto la grandezza delle persone si misura anche del rendersi conto dei propri errori e se il sacrilego combo italico riuscirà ad unire la loro vibrante potenza da gayser con involucri più personali si apriranno esso nuove porte.

  • 7,5/10

  • In Death We Triumph -

  • Tracklist

    01. W(h)ellcome
    02. Abyss Of Humanity
    03. Unfair Black Death
    04. Fight Again
    05. Burn The False
    06. Mass Suicide
    07. To The Silence


  • Lineup

    Lorenzo “Sighi” Sighinolfi - voce
    Enrico “Eney” Berti - chitarra solista
    Giuseppe “Leo” Rella (sul demo) - chitarra ritmica
    Lorenzo “Lollo” Truppi - basso
    Alex “Gaio” Gaiani - batteria
    Luca Paolini (formazione attuale) - chitarra