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Project Czar: Ivan

I Sunking (nati come cover band di monumenti come Black Sabbath, AC-DC e Steppenwolf) sono la creatura di Ivan Perugini, che per questo Project Czar: Ivan si è avvalso anche di altri ospiti al di fuori della line-up principale. Ben 10 canzoni per una durata complessiva di oltre 50 minuti, che sembrerebbe adatta più a un album che a un promo.
La genesi di questo disco consiste in una fusione di alcuni progetti in cui il suddetto Ivan Perugini militava, progetti finiti nel dimenticatoio e confluiti in questi Sunking. La lineup che ha registrato le canzoni è quindi diversa da quella attuale e varia da un pezzo all’altro. Nonostante questo i pezzi mantengono una certa omogeneità d fondo, dimostrando di essere parte di un progetto unico e meritevole di comparire in pubblico racchiuso in un unico contenitore.
La proposta musicale è un hard rock sanguigno e radicato negli anni ’70, senza troppi fronzoli e orpelli. La registrazione riflette questo intento nella sua essenzialità, frutto probabilmente anche di un budget ovviamente ristretto. Va detto però che si ha la sensazione di avere a che fare con un prodotto piuttosto raffazzonato (la biografia sul loro myspace afferma che “questo cd e’ da considerarsi un demo, sul quale bisogna lavorarci ancora, soprattutto in fase di arrangiamento e pre-produzione: manca la presenza di un produttore artistico che sappia enfatizzare gli spunti e le idee”).
Tutto in questo disco sembra riportare l’ascoltatore indietro di 20 e più anni, ai tempi in cui i dischi di debutto erano inevitabilmente prodotti artigianalmente e le strumentazioni erano quelle che attualmente si acquistano “per iniziare”. La voce di Ivan è un graffiante ibrido tra il primissimo Rob Halford e qualcosa di più tranquillo, mentre il sottofondo strumentale oscilla tra tempi medio-veloci sulla maggior parte delle tracce, ed episodi più cadenzati (come la sabbatiana e inquietante Hope, a mio parere apice compositivo del disco). Gli assoli di chitarra sono presenti praticamente su tutte le canzoni ma non rubano la scena alla voce e alla melodia principale del pezzo.
Le tracce migliori, come indicato dai Sunking stessi, sono senza dubbio Hippogriff e Man of The Mountain, non molto al di sopra degli altri dal punto di vista puramente compositivo ma ampiamente migliori come esecuzione.Val la pena anche di menzionare Reconquista per i suoi notevoli spunti melodici.
La tecnica strumentale è ampiamente sufficente, nessuno degli strumentisti eclissa gli altri ma tutti contribuiscono a creare un riffing solido e melodico.
Il problema principale è insito nella dichiarazione d’intenti inclusa nella biografia: “non siamo alla ricerca di un prodotto super qualitativo[…]Secondo noi si deve tornare al fare musica per la musica stessa, per la passione, come era nei seventies.” Lodevole intento, ma temo che ormai l’ascoltatore si sia abituato a standard ben più alti, e l’impressione che si ha sentendo questo promo è quello di una band che si è registrata in sala prove.
Se la finalità di queste 10 canzoni è quella di preparare il terreno a un lavoro successivo in cui vengano “cesellate”, allora nessun problema, ma questo Project Czar: Ivan andava forse tenuto in cantiere in attesa di avere risorse per rifinirlo al meglio, perchè se le idee sono buone, anche se datate, la qualità finale lo rende poco ascoltabile in sè e per sè. Auguri e a risentirci.

http://www.myspace.com/sunkinghardrock

  • 7,5/10

  • Project Czar: Ivan -

  • Tracklist

    01. Ash
    02. Venus
    03. Decades (instrumental)
    04. Esther Chose The Water
    05. Mechanical Travel


  • Lineup