Il nome circola nell’ambito metal da un buon numero di anni (circa dieci) e, complice qualche live riuscito, l’act varesino ha saputo creare attorno a sé un alone di mistero impermeabile che sembra svelarsi con questa attesissima uscita.
Il quintetto Steelviolin appare ufficialmente sulle scene con questo primo ep autointitolato, che racchiude tre ‘esperienze’ affiancate a un’intro evocativa e a una bonus orchestrale…il genere è un power/epic metal deciso e potente a cui vengono uniti elementi orchestrali e attimi folkeggiante che rendono il piatto appetitoso; un songwriting variegato e ben strutturato che, anche negli attimi più rilassati, sa catapultare l’ascoltatore in una dimensione parallela, dove gli eroi contano ancora qualcosa.
Tecnicamente, forse, troviamo le uniche sbavature di questo primo capitolo; il sound è ‘homemade’, anche se ottimamente seguito e prodotto, senza a mio avviso riuscire a tagliare il traguardo della riuscita ottimale. Le batterie in molti casi risultano ‘troppo avanti’, sacrificando quell’equilibrio nella sezione ritmica che da potenza e rotondità. Le performance sono di alto livello, specie le vocals di Moz (impegnato a raggiungere, con successo, le vette più alte) e di Moreno Antonetti alla batteria (un ‘piovrone’, come si diceva negli anni 90). Fabio Fiorucci appare come un valente ritmico, capace di dar un valore aggiunto al lavoro drum&bass; i soli risultano essere invece meno ispirati e ricercati, aggiungendo un velo di polvere alla lucidità delle songs.
Dalla potentissima “Crying Sword” alla più ostentata “The Oak Tree”, passando per la placida “Fire In Your Eyes”, la palma d’oro di “Steelviolin” è racchiusa nell’arrangiamento; perfetto, preciso, di grande valore e capace di far mai ‘ammorbidire l’acciaio’ che caratterizza la band. Se mi è permesso muovere una piccola critica (costruttiva, ovviamente), ep di tre canzoni (più un bonus) abbassano di qualche grammo il valore dell’opera. Non ci sono le pretese di un full lenght, ma una o due canzoni in più le avremmo ascoltate volentieri.
Bene, cari Steelviolin, vi siete presentati! Adesso, però, stupiteci!
