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The Modern Age Slavery

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I The Modern Age Slavery si formano dalle ceneri dei Browbeat, inglobando alcuni musicisti nuovi, e si avvalgono di un’esperienza che ha pochi eguali a livello underground, dal punto di vista della registrazione su supporto ottico ma anche dell’esecuzione dal vivo (diversi componenti hanno alle spalle album e concerti in tutta Europa).
Date le premesse le aspettative erano alte al momento di ascoltare questo 4-tracks, e vengono immancabilmente soddisfatte.
I TMAS propongono un Death Metal che pesca a piene mani nella lezione thrash e che è accostabile per certi versi a certe sonorità scandinave (Zyklon, Myrkskog) ma reta senza dubbio personale.
La produzione è ottima, superiore a diversi album del genere, e permette di apprezzare in pieno le doti tecniche del quintetto (davvero notevole la sezione ritmica composta da Greg alla batteria e Mibbe al basso) senza perdersi una nota e soprattutto senza mai scadere nel “pastone sonoro” che talvolta succede di ascoltare.
Fin dall’opener Red Lines Of Obsession si scatena un assalto sonoro che sommerge l’incauto ascoltatore per i 12 minuti della durata del promo, oscillando tra sporadici rallentamenti, devastanti blastbeat e passaggi thrash che di sicuro dal vivo scateneranno l’inferno tra il pubblico.
Da notare anche l’incessante lavoro delle chitarre, che macinano riff su riff con una ferocia degna dei migliori acts di oltreoceano, mostrando una certa predilezione per certe dissonanze e comunque mai “adeguandosi” al basso ma ritagliandosi uno spazio proprio.
La voce, affidata a Gio, alterna sapientemente screaming e growling scansando ogni pericolo di ripetitività. A mio avviso risultano migliori le parti di growling, ma senza dubbio la scelta di non concentrarsi su un solo metodo paga.
Raramente mi è capitato di trovare una demo praticamente senza difetti come questa. Mio costume è concludere la recensione con qualche consiglio sugli aspetti a mio parere da limare, ma in questo caso davvero non ne vedo, se non (volendo davvero vedere il pelo nell’uovo) il fatto che le quattro canzoni tendono a mancare un po’ di carattere, per cui potrebbe a un neofita del genere risultare difficile distinguere una canzone dall’altra. Si tratta comunque di pezzi molto più personali della media death metal, anche includendo i grandi nomi del genere.
Esperienza, ispirazione, tecnica, impegno (personale ed economico) : gli ingredienti per il grande salto ci sono tutti. Mi auguro che la prossima prova sia su un full-lenght, perchè davvero ci sono band di gran lunga inferiori reperibili nei negozi. Davvero complimenti!

  • 7,5/10

  • The Modern Age Slavery -

  • Tracklist

    01. Ash
    02. Venus
    03. Decades (instrumental)
    04. Esther Chose The Water
    05. Mechanical Travel


  • Lineup