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The Perfect Sin

I Burninside, formazione friulana di recente formazione, propongono un death metal melodico dalle più disparate influenze, dai primi At The Gates ai ben più ardui dall’ascolto Morbid Angel. Quattro tracce cattive ma melodiche, con ottimi inserimenti di tastiera. Buona la produzione del demo, anche se in fase di mixaggio si poteva mettere in risalto un po’ di più le belle linee di basso, ma pazienza, non è questo che rende un buon demo un disco da criticare aspramente.
Perché questo è effettivamente un buon demo. Poggia su basi consolidate, appunto i maestri del genere, senza contare le sonorità un po’ alla Metallica che si percepiscono soprattutto nelle chitarre.

L’opener è uno dei pezzi forti del demo. Cattivo, perché pur sempre di death si tratta, ma ha un lavoro di tastiera che spezza e mitiga la cattiveria del pezzo, ottima idea lo spezzettare la canzone come una composizione in “staccato”, come si direbbe in teoria musicale, costruita su un riff ma comunque molto varia. Belle le linee di basso e ottimo lavoro alla chitarra. Growl basso ma non tanto gutturale da rendere impossibile il comprendere qualche parola dei testi, anch’essi molto belli.
Nota di merito anche per la presentazione grafica del demo, bella la copertina e belle le foto dei componenti.
Reborn è carica, molto carica. E qui il basso passa in primo piano, assieme alle dita sapienti del chitarrista solista. Ritmo martellante, tastiere che danno un’atmosfera oscura tipica del melodic death di matrice nordica, e ancora una volta un buon uso di un riff al primo ascolto semplice ma reso intricato dai numerosi elementi che compongono la canzone.
È ora di passare a The Perfect Sin, un pezzo lungo, che all’inizio da l’idea di essere una ballata un po’ stile Fade To Black dei Metallica. Atmosfera da pioggia torrenziale all’esterno e candele accese all’interno, come se fosse saltata la corrente quando è stata scritta o quando è venuta l’idea. Ma ben presto cambia faccia. Il ritmo aumenta, il distorto è bel più pesante, la plettrata e la battuta più forte. Nonostante questo, la tastiera fa perdurare quest’atmosfera. Ancora la struttura a “staccato” della prima song, e di nuovo si spezza e ritorna a essere dolce e malinconica (è una canzone che supera abbondantemente i sette minuti). Belli gli assoli e l’inserimento di un suono più orchestrale da parte della tastiera.
Una canzone varia, non c’è che dire. Non viene a noia di certo.
Losing it all è un pezzo più stile vecchi Dark Tranquillity con un pizzico di cattiveria in più sulle liriche. Bel lavoro dietro le pelli e il riff granitico del bridge. Assolo di tastiera molto alla Warmen che ricorda i Children of Bodom, soprattutto per l’inserimento della chitarra subito dopo.
Tutto sommato questo è un demo che mostra le ottime capacità della formazione di Udine, da cui possiamo aspettarci altro. Certo, avendo all’ascolto qualche traccia in più si potrebbe valutare meglio, più che altro perché in queste quattro canzoni vengono alla luce diverse influenze, e forse viene un po’ tralasciata l’originalità. Questo non vuol dire che abbiamo a che fare con una band che prende elementi da questo e quel gruppo e li fa propri. No assolutamente. C’è un lavoro di selezione, se così si può dire, delle passioni musicali che hanno unito questi ragazzi per suonare e una sapiente rielaborazione per ottenere un sound proprio, cosa che i Burninside hanno fatto e l’hanno fatta molto bene. Una band da cui aspettarsi ancora altro. Vedremo cosa ci riserva il futuro, e non mi stupirei tra un anno o due di vedere il loro nome su qualche rivista musicale.

  • 7,5/10

  • The Perfect Sin -

  • Tracklist

    01. Ash
    02. Venus
    03. Decades (instrumental)
    04. Esther Chose The Water
    05. Mechanical Travel


  • Lineup