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KINGDOME COME – Lenny Wolf

Incontrare Lenny, il vero mastermind dei Kingdom Come, è come trovarmi al cospetto di una leggenda…’padrone’ di una band che naviga nel rock da oltre vent’anni, con una caratura personale che vive tra l’ironico e lo sfrontato, riesce a porre le risposte in una veste ricca di originalità di cui si apprezzano sia le sferzate egocentriche che le vene più confidenziali. Difficile etichettarlo se non come un ‘vero rocker’…

Ciao Lenny, benvenuto nel regno di Heavyworlds.com. Come stai?

Ciao a tutta l’Italia e ciao a voi di Heavyworlds.com…sto molto bene, grazie! Davvero in forma…

In questi giorni avete rilasciato “Rendered Waters”, che contiene sia classici dai primi tre dischi dei Kingdom Come riregistrati dalla attuale band che altre piccole sorprese! Ti va di dirci di più?

Ok, mettiamola così…Ciao! Il mio nome è “Rendered Waters” e sono il fratello più giovane dei primi tre dischi dei Kingdom Come…sono nato nel 2011 ad Amburgo, in Germania! Mio padre, Lenny, è stato così carino da darmi due nuove palle e un sound molto più eccitante..inoltre lui va sempre fiero dei miei fratelli più vecchi ma era stufo dei suoni che li animavano! Così eccomi qui, pronto a vivere e a lasciare il segno…ti è piaciuta la presentazione?

Certo, decisamente originale! Ma come sono state scelte le songs che compongono la tracklist di “Rendered Waters”? E come è nata l’idea di creare qualcosa del genere?

Beh…in verità erano anni che pensavo di registrare nuovamente qualcuna delle songs più datate della band, specialmente da quando ho iniziato a suonarle un po’ diversamente rispetto agli originali. Per quel che riguarda la scelta posso dirti che lo scopo non era rifare le hit come “Get It On”, “Do You Like It”, “What Love Can Be” o “Twilight Cruiser”…ho preferito concentrarmi su quelle songs che ancora non avevano visto la luce alla fine del tunnel (RIDE)!!! Canzoni come “Seventeen” o “The Wind” necessitavano indubbiamente di un nuovo abito…ho cercato di far felice me stesso nel riarrangiarle, nella speranza che anche i fans e non solo potessero apprezzarle. Gli ‘abiti sonori’ hanno subito un cambio notevole, indirizzandoli verso un audience più giovane in modo da scovare altri adepti alla causa Kingdom Come!

Nella tracklist troviamo anche “Break Down The Walls”, song nata nel 1985 ovvero qualche anno prima della pubblicazione del vostro debutto…perché avete scelto anche questa da inserire in “Rendered Waters”?

Mah, non avevo più idee (RIDE)!!! Scherzo, ovviamente…nel discutere con la SPV (casa discografica della band) sulle songs da inserire nel disco ho detto che sarebbe stata una buona idea proporre anche un episodio antecedente, mostrando al pubblico anche qualcosa dei miei primissimi giorni negli USA; una sorta di dolcetto extra per chi mi sta a cuore…quindi ho proseguito in questa via, con l’immagine di Eric (chitarrista solista della band) a gambe aperte sul palco (RIDE)!

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Nel disco sono contenute anche tre songs inedite…come mai le avete inserite in mezzo ai vostri classici? Potrei azzardare una metafora: un ponte tra passato e presente?

Sinceramente, quando creo non sono molto razionale e non viaggio a compartimenti stagni. Quelle tre songs erano già state scritte e ho solo pensato che inserirle poteva aumentare l’interesse verso “Rendered Waters”, tutto qui. Solo dopo, e ne sono contento, ho percepito che tutti avrebbero potuto comparare il vecchio materiale con il nuovo e capire quanto le nostre songs siano senza tempo…Ma ti ripeto, non riesco a pensare ne a scrivere concettualmente e tanto meno con fini prettamente commerciali…sono solo me stesso nella mia ‘bolla creativa’. Comunque la tua affermazione sulla metafora è un concetto positivo, un ponte tra passato e presente, ovvero tutto ciò che esprime il disco!

C’è qualche aneddoto spiritoso o particolare successo nelle fasi di registrazione che ti va di raccontarci?

Uhm…non so quanto ci sia di divertente quando schiacci il pulsante per registrare! Rifare le songs di certi periodi è stato un viaggio emozionale non indifferente, visto le esperienze e la vita eccitante che ne hanno formato le storie. Posso solo dirti che partire da songs già create e pronte è stato molto più difficile che crearne nuove, perché ti viene naturale seguire le strutture originali.

State già pianificando qualche tour?

Beh, si cercano sempre nuove date…ma al momento nulla di che. Il nostro tour manager si sta muovendo proprio in questi giorni!

Nel 2009 avete preso parte al Russian Festival Tour con Alice Cooper, Scorpions e The Rasmus…ti va di raccontarci com’è andata?

E’ stato davvero interessante poter viaggiare in compagnia di Alice, degli Scorps e dei Rasmus sullo stesso jet privato, che a momenti precipita! Ecco la situazione…cattivo tempo, un troppo impavido pilota russo e un tour manager esageratamente appassionato a momenti ci uccidono tutti! Per fortuna non era ancora la nostra ora…(RIDE). Onestamente, preferisco uno show più piccolo con solo la mia band a suonare rispetto a tutto quel colossale circo, anche se questo vuol dire scegliere posti piccoli. Hai presente il detto ‘troppi cuochi rovinano la zuppa’? Ecco, la stessa cosa la puoi rapportare a quando ci sono troppi ego in gioco…non fa per me e non mi interessano tutte le stronzate da star! Voglio solo divertirmi con la gente giusta e nello stesso momento comunicare universalmente con il rock delle mie canzoni. Una song dei Kingdom Come dice “Simple Life Makes A Happy Man”!

Tu sei nel mondo della musica da 30 anni ormai…riesci a trovare ancora qualcosa di interessante tra le nuove leve oppure sei prettamente legato alle tue origini?

Musicalmente non ho confini…probabilmente in questo momento piscerei su qualche true metal head proprio perchè amo suoni diversi per scopi diversi. Di notte, quanto sto andando in crocera nel crepuscolo (ha usato proprio il termine “Twilight Cruising”) sull’autostrada ascolto i Rammstein e venti minuti dopo della sana Trance Techno. Adoro tutt’oggi “Power To The Glory” dei Saxon alla stessa stregua dei Beatles. Amo Bon Scott che intona “Live Wire” e dopo un attimo posso essere rapito da “Rumors” dei Fleetwood Mac, proprio mentre lei se ne sta nuda nella mia macchina, non so se intendi…Amo la voce di Chris Cornell, sia nei Soundgarden che negli Audioslave. Come penso tutti abbiano capito non sono uno da speed metal…mi piace quando gli accordi e le linee vocali si concedono il tempo di diffondere delle emozioni nelle mie vene…la roba troppo etica me rende sterile. E negli ascensori preferisco il silezio di tomba…la migliore musica d’attesa che ho sentito è quella del centralino dello studio dei miei avvocati: gabbiani che ridono e vecchie navi a vapore che galleggiano…troppo figo!

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Ultima domanda: come pensi sarà accolto “Rendered Waters”?

Non lo so…nessuna aspettativa porta a nessuna delusione. E’ un gran bel disco…tutto il resto è la ciliegina sulla torta.

Grazie per il tuo tempo, Kenny…sentiti libero di salutare i tuoi fans italiani come preferisci!!

Auguro a tutti un fantastico 2011. E se vi ritrovate nudi, siate almeno sicuri che ‘lei’ è maggiorenne (RIDE)! Non credete a ciò che dicono di me, perché sono molto peggio! Halleluja.

Ooook, Kenny e grazie per gli ultimi (ma preziosi per la fedina penale) consigli! Ti aspettiamo da queste parti!