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Marco Mendoza – The Dead Daisies

In occasione dell’uscita di “Make Some Noise”, abbiamo avuto il piacere di intervistare i The Dead Daisies, promettente “allstar band” hard rock americana, nella persona di Marco Mendoza, bassista con un passato in alcuni dei più influenti gruppi degli ultimi decenni nel genere (Whitesnake, Thin Lizzy, Ted Nugent). Ecco quello che ci ha detto…

-Ciao Marco, puoi presentare “Make Some Noise”?

Beh, ho registrato molti album, sai, e questo è assolutamente uno dei miei preferiti. Uno dei motivi è per i ragazzi coinvolti: John Corabi (ex Motley Crue), Brian Tichy (ex Whitesnake), Doug Aldrich (ex Whitesnake), oltre a David Lowy. “Make Some Noise” è un album hard rock, senza trucchi, senza fronzoli, semplicemente rock’n’roll. Quando eravamo in studio abbiamo tentato di catturare un po’ della magia, delle vibrazioni che ottieni in sala prove. Quello che ascolti in album è quello che ascolti sul palco. Certo, sono anche un fan delle grandi produzioni, ma volevamo fare un album che potesse essere fedelmente riprodotto live (urla “it’s rock”, nda)

-Come è stato lavorare con Marti Frederiksen (produttore degli Aerosmith, fra gli altri, nda)?

Io personalmente non avevo mai lavorato con lui prima d’ora; è stato molto bello lavorare con lui, sai, è il tipo di produttore che diventa parte della band, è capace di capire le esigenze del gruppo e di farlo rendere al meglio.

-Perché avete deciso di inserire due cover nel disco, “Fortunate Son” dei Creedence Clearwater Revival e “Join Together” degli Who nel disco? E perché proprio quei gruppi?

Tempo fa stavamo facendo un set acustico in un hard rock cafè, abbiamo iniziato una jam con queste canzoni e il pubblico è andato fuori di testa. Da quel momento abbiamo deciso che sarebbe stato interessante registrale e inserirle nel disco. Principalmente lo facciamo per i fan: quando hai una nuova band, non importa quanto sei bravo, perchè se il pubblico non è familiare con le canzoni, non apprezzerà il tuo show allo stesso modo. Perchè quelle scelte? Beh, si tratta di grandi canzoni registrate da grandi gruppi, dei classici insomma. Gli Who sono il gruppo hard rock definitivo.

-Dobbiamo aspettarci cover in futuro?

Forse, perché no?

-State per intraprendere un tour di supporto ai Kiss. Quali sono le tue aspettative?

Ho suonato di supporto ai Kiss quando suonavo con Ted Nugent. Sono grandi ragazzi, non sono solo dei conoscenti, ma anche degli amici. Cosa posso dire? Sono una delle migliori rock’n’roll band di tutti i tempi, non potremmo chiedere di meglio. Sarà meraviglioso.

-Perché, secondo te, le nuove band hanno difficoltà a emergere nel panorama musicale, e a raggiungere le vette dei gruppi delle scorse decadi?

Per tanti fattori. Purtroppo negli ultimi 10 anni, a causa del download, è molto più difficile emergere. Poi ci sono così tanti gruppi, oggi. Difficile scegliere cosa ascoltare. Per emergere devi avere un grosso manager, un grande team di marketing, e lavorare duramente. L’altro aspetto è che le etichette, anni fa, mettevano sotto contratto i gruppi solitamente per 3 album. Oggi no. Devi credere in quello che fai, non dico che sarà facile o difficile, ma il duro lavoro paga sempre. Poi devi capire cosa cerchi di ottenere: cerchi di scrivere buone canzoni? Di fare soldi? Fama e successo? Molti gruppi non hanno abbastanza dedizione, abbastanza pazienza. Infine, puoi avere le migliori canzoni, ma ci vuole anche una dose di fortuna.

-Hai suonato con molti artisti, Whitesnake, Thin Lizzy, Ted Nugent, O’Riordan. Quale esperienza ricordi con più piacere?

Tutte, assolutamente. Ho avuto la possibilità di suonare in grandi gruppi, è stata una grande eredità. Difficile scegliere: ho sempre avuto esperienze gratificanti, innanzitutto coi Whitesnake, un ottimo gruppo. Poi Ted Nugent… non c’è personaggio più unico nel rock’n’roll di lui. Dolores O’ Riordan è una vera artista. L’importante è non smettere di accettare nuove sfide e di cambiare.

-Bene, l’intervista è conclusa. Puoi salutare i nostri lettori?

Ciao, sono Marco Mendoza dei The Dead Daisies, e voglio mandare un grosso saluto a Mondi Pesanti (lo dice in italiano, nda). Suoneremo in Italia tra novembre e dicembre. Ascoltate “Make Some Noise”. Piacere. Alla prossima.