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Mark Jansen & Isaac Delahaye – Epica

Quando gli Epica tornano in Italia, è come incontrare un gruppo di amici dopo tempo. Da averli conosciuti per puro caso in un bar nel 2010 ad oggi (8 settembre 2016 giorno del promo day a milano ndr) il rapporto è diventato molto amichevole, fin troppo.. Mark e Isaac sono un duetto incredibile, oltre a essere divertenti, amano parlare tanto e si finisce così a fare una chiacchierata di mezz’ora con loro.. Ecco come tutto ha avuto inizio e cosa ci siamo detti:

Isaac: Ahhhhh ma quanto tempo! Vedo che la faccia è rimasta la stessa.

– Si, me lo dicono tutti che non invecchio mai, fa strano (ride ndr)

Isaac: E’ perchè sei un’illusione olografica (riferimento al nome del nuovo disco e risate generali di Mark e Isaac ndr)

Mark: Sei la versione femminile di Dorian Gray (risate ndr)

– Eh sì ragazzi, ho un quadro in casa che invecchia mentre io rimango giovane (ride ndr)

Mark: ecco, in realtà hai 55 anni ma rimani giovane (ride ndr)

– Quando volete possiamo iniziare eh (ride)

Isaac: Io sono sempre pronto a iniziare (ride ndr)

– Bene, iniziamo. Bentornati su Heavyworlds.com, come sta andando oggi in Italia?

Isaac: Fantastico!

Mark: Una meraviglia! Non ho ancora mal di testa quindi sto bene! (risate ndr) Dopo così tante interviste, prima o poi mi riduco ad avere mal di testa ma non mi sento ancora così.

Isaac: Quando sta così, è il momento in cui io devo parlare di più, tipo ieri a Madrid (risate ndr)

– Prima di tutto, state viaggiando per l’Europa per promuovere il nuovo album. Com’è “essere in tour” senza strumenti e concerti in cui suonare?

Isaac: E’ strano.

Mark: Soprattutto le ultime settimane ero sposato con i miei strumenti e ora mi sento un po’.. vuoto! (ride)

Isaac: Devo iniziare a far pratica con le nuove canzoni, di solito saliamo su un volo e suoniamo. Così è diverso, abbiamo un sacco di chiacchierate al giorno..


– … e mal di testa! (ride ndr)

Isaac: Esatto. E abbiamo mangiato per bene, ieri eravamo in Spagna, oggi in Italia. C’è così tanta roba da fare che possiamo dimenticarci dei nostri strumenti per un po’.

– Ieri appunto eravate in Spagna con i Sonata Arctica, ho visto su Instagram che siete riusciti a beccarvi.

Isaac: Si, praticamente tutto il giorno.

Mark: Abbiamo preso una birra insieme e abbiamo fatto anche un’intervista tutti e quattro insieme per una radio. E’ stato divertente.

– “The Holographic Principle” è il nuovo pargoletto firmato Epica.. La mia prima domanda al riguardo, quale è l’evoluzione che la band ha fatto da “The Quantum Enigma?”

Isaac: Come ben saprai, con “The Quantum Enigma” avevamo un team diverso attorno a noi, produttore diverso, studio diverso e anche il nostro approccio è stato diverso. Siamo andati in sala prove, cosa che non facciamo mai, di solito scriviamo i pezzi a casa…

Mark: E’ arrivata la birra! (ride ndr)

Isaac: Era stato diverso rispetto al solito per la prima volta, era stata una sorta di sfida. Stavolta, la squadra era la stessa di “The Quantum Enigma”, stessi approcci quindi sapevamo cosa aspettarci e ascoltando “The Quantum Enigma” sapevamo cosa andare a migliorare. Ci sono tre punti principali:
1) la metal band. Se ascolti l’album, vedi che la metal band prevale. Se togliamo le orchestrazioni e gli extra, abbiamo sempre canzoni solide con ottimi riffs, ha tutto un senso perchè abbiamo passato un bel tempo a lavorare alla parte musicale da metal band.
2) strumenti veri, abbiamo usato solo strumenti veri. Questo rende il disco più umano, dinamico, organico. Nonostante ci possano essere i samples con cui sostituire questi strumenti, non è la stessa cosa di riunire un sacco di persone, non è la stessa cosa di sentire un flautista che prende il respiro e suona le note e poter sentire anche queste cose. Sono cose che non si possono programmare. Se ascolterai attentamente, lo sentirai.
3) la parte vocale, abbiamo passato molto tempo a lavorare su questa parte, sia per gli attacchi sia per i ritmi in modo che fosse in totale armonia con la musica. Simone ha provato cose diverse qui.

Quindi, a parte le canzoni che sono diverse per forza dall’album precedente, questi sono gli aspetti che differenziano “The Holographic Principle” da “The Quantum Enigma”.

– “The Holographic Principle” mostra tutti gli standard che gli Epica hanno costruito durante questi anni ma sembra ci sia una continua dolcezza che abbraccia tutte le canzoni. Pensate che sia importante apportare cambiamenti da album ad album?

Mark: Si, certamente, noi non vogliamo ripeterci nelle nostre canzoni, non sarebbe divertente per noi ma neanche per chi ci ascolta. Non siamo il gruppo che fa l’album preferito dei fan di nuovo ma è quello che vogliono in tanti, no? Dall’altra parte ci sono persone che vogliono cose nuove nel disco e noi siamo sempre riusciti a portarle in più ai nuovi album. Isaac ti ha nominato i tre punti principali su cui abbiamo lavorato, si trova sempre qualcosa da portare di nuovo in un album e da migliorare, magari ora non riusciremo a trovare qualcosa per il disco successivo a questo ma non ci pensiamo ancora, neanche è uscito! (ride ndr). Penso che sia comunque divertente avere gli ingredienti e provare qualcosa di nuovo con essi.

– Da “Requiem For The Indifferent” avete iniziato a usare meno parti estreme scegliendo di usare parti più heavy/groove. E’ dovuto agli anni che passano o è qualcosa legato alla vostra ispirazione musicale?

Isaac: Si, ho letto prima online che la gente dice che “The Universal Squad” ricorda loro “Requiem For The Indifferent”. Io non so, essendo dentro la band non posso vederlo da un punto di vista esterno. E’ difficile per me collegare questi due dischi in questo senso. Non siamo il gruppo che si incontra e si siede insieme e decide come fare il disco successivo, questo disco è più pesante dei precedenti, in qualche modo è successo, siamo cinque ragazzi della band che scrivono canzoni con cinque influenze diverse. Non è che diciamo all’altro “devi scrivere questo e quello”, succede e basta. Abbiamo gli ingredienti come ti diceva Mark e approcci diversi, c’è una similitudine solo con una canzone. Se i fans ascolteranno tutto l’album, sicuramente troveranno altri collegamenti con altri album nostri.

– Un’altra cosa che avete sempre migliorato nel vostro stile musicale è l’impatto oscuro e l’ambiguità tra l’oscurità delle parti musicali e la luce delle armonie vocali.. nel caso di “The Holographic Principle” come avete studiato per ottenere questo equilibrio?

Mark: Cavolo, sei proprio una poetessa! (ridono ndr)

Isaac: Impressionante (ride ndr)

Mark: Vocalmente cerchiamo di dare il meglio, Simone compresa, cantando in diversi modi. C’è una cosa che abbiamo mantenuto la stessa, il lavorare con Sascha Paeth per molti anni sulle linee vocali. E’ in grado di prendere le linee vocali che abbiamo fatto, consigliarci qualcosa di alternativo che è sicuramente molto meglio. Insieme lavoriamo a qualcosa che poi diventa speciale, è quello che cerchiamo: ogni canzone, a prescindere da chi la fa, deve essere speciale, speciale abbastanza da far venire la pelle d’oca. E’ questo quello che cerchiamo. Simone cerca di crescere e svilupparsi. In studio Joost (Van Den Broek ndr) e Isaac erano lì a controllare le linee vocali e a portarle a un livello più alto, più integrato con la musica. Penso sia il passo più grande che abbiamo fatto: abbiamo la musica e la linea vocale, ci facciamo un puzzle in modo che si incastri tutto alla perfezione.

Isaac: Anche perchè io sono un chitarrista e non un cantante, lei è una cantante ma non una chitarrista quindi anche se ascolta parti di batteria o di chitarra, non è sicura di quello che succede per cui se sono in studio, le posso dire dove la chitarra è più in evidenza, dove la batteria picchia di più.. così ne è consapevole e può riuscire a essere più in sintonia con la musica e quello che facciamo.

Mark: E’ una questione di dettagli. A volte è anche una piccola cosa che fa la differenza.

Isaac: Un po’ come le mie parti di grunts, li vedo come dei ritmi ma sono dei testi, ci trovi dei messaggi, non è solo un muro di voce. Non è in realtà così: “Hallelujah” (imita l’hallelujah in lirico). Li vedo come delle parti di batteria, sono dei ritmi, li puoi usare così ritmicamente.

Mark: E’ un beneficio per me perchè ora sto studiando sia le parti di chitarra che le parti di voce insieme ed è molto facile (ride ndr)

Isaac: Ed è più veloce! (ride ndr)

Mark & Isaac: E piacevole (risata generale ndr)

– Ci sono canzoni in questo album, tipo “A Phantasmic Parade” o “Beyond The Matrix” dove i cori stabiliscono l’armonia principale della canzone. E’ difficile creare stupende parti nuove di coro da album ad album? Come lavorate per creare e costruire queste parti?

Mark: Le parti del coro sono una cosa di Coen, noi nelle nostre canzoni scriviamo le linee vocali base del coro, lui le arrangia completamente, è una cosa sua e riesce a fare le cose in maniera spettacolare. E’ un peccato che dopo la fase di mixing, non si riesca a sentire ogni singolo particolare ma ci sono armonie particolari belle e arrangiamenti. Se ascolti le parti del coro singolarmente, potrai sicuramente sentire molti più dettagli.

– Immagino i dettagli in “Beyond The Matrix”..

Isaac: Ecco brava.. Come dicevo prima, mi vengono in mente idee quando porto fuori il cane e la linea vocale del coro di “Beyond The Matrix” mi è uscita fuori così. Stavo passeggiando e ad un certo punto mi è venuta in mente questa melodia in testa. All’inizio l’avevo arrangiata con archi e trombe, poi ho pensato di farlo diventare un coro. Non pensavo diventasse una parte corale così epica.

– Vedo che passeggiare con il cane è fondamentale nella composizione dei tuoi brani per gli Epica (ride ndr)

Isaac: Esatto (ride ndr) Però questo è il primo album durante la cui composizione avevo un cane… magari diventerà un vizio (ride ndr)

Mark: Posso condividere con voi una storia visto che parliamo di cani?


– Ma certo, condividi pure
!

Mark: La scorsa settimana io e la mia ragazza Laura abbiamo portato uno dei nostri cani in spiaggia. E’ il mio cane preferito. Non le piace stare in casa, più di una volta l’ho portata in acqua e si è messa a nuotare il più velocemente possibile verso la spiaggia della serie “mai più verrò lì”. Si nasconde persino se le tiro dell’acqua. Allora Laura si è messa a far finta di annegare, il cane stava riposando sulla spiaggia, è saltata in acqua e si è messa a nuotare verso la mia ragazza. Non ho mai visto nulla del genere, nulla di più dolce nella mia vita. (risata di tutti ndr). Laura ha fatto finta di essere stata salvata da lei per non far capire al cane che non è stato così e farla sentire stupida per questo.


– I cani son fantastici, vanno contro le loro stesse paure se c’è di mezzo il proprio padrone..

Mark: Verissimo, ha sempre avuto paura dell’acqua, Laura era in pericolo e il cane si è buttato subito in acqua senza neanche pensarci.

– Una delle caratteristiche del suono degli Epica sono le parti di batteria di Arjen, che in “The Holographic Principle” suonano più aggressive e con un appeal più “da live”. Come lavorate durante le registrazioni, soprattutto per quanto riguarda le parti metal?

Isaac: E’ un grande batterista. Oggigiorno con tutte le tecniche di registrazione puoi far sembrare chiunque un ottimo batterista, c’è tanta roba che si può fare. Arjen è uno dei batteristi che fa tutto da sè, niente samples di mezzo. Lui è uno di quelli che ti può dire se la batteria di una band fa schifo vedendola live. E’ una figata. Io volevo essere un batterista quando ero piccolo e son tuttora impressionato da questo strumento, lo trovo interessante. Amo stare in studio mentre registra per sfidarlo e fargli fare cose assurde. Io e il produttore diciamo “facciamogli fare questa cosa assurda”, ci guardiamo e commentiamo “no, non ce la farà mai” e poi la fa giusta (ride ndr) e il minuto dopo registra subito. E’ una gioia averlo in squadra, è un piacere suonare con lui. Abbiamo una lunga storia insieme, suonava nella mia band precedente e ci siamo conosciuti al college di musica. Sono veramente contento della nostra amicizia.

– Il cantato di Simone è dall’inizio uno dei vostri punti di distinzione grazie al suo approccio versatile alla musica degli Epica. Come lavorate con Simone, di solito, per costruire le parti vocali?

Mark: Viene dopo nel processo, di solito ci concentriamo prima sulle canzoni e poi pensiamo alle idee vocali. Lavoriamo alle canzoni poi andiamo in Germania a lavorare con lei a casa sua insieme a Sascha Paeth e Joost (Van Den Broek ndr), principalmente qua lavoriamo di più ai dettagli. Quando torniamo, curiamo i dettagli se ce ne bisogno ed è fatta. Con “The Quantum Enigma” avevamo finito prima, la differenza con questo disco è che non siamo stati soddisfatti finchè non abbiamo detto “ok così è perfetto, va bene”. E poi ci si ferma perchè se esageri e sovraccarichi le cose, si può rovinare il lavoro fatto.

Isaac: La parte vocale è molto importante perchè è la melodia principale che senti quando ascolti una canzone. E’ terribilmente importante quindi necessita di un bel po’ di lavoro, di più attenzione e dettagli.


– Come ogni album degli Epica, “The Holographic Principle” ha un concetto base per quanto riguarda i testi. Potete essere più specifici sul significato del titolo e degli argomenti contenuti nelle canzoni?

Mark: Il titolo è una teoria scientifica che dice che l’universo è un ologramma e so che suona veramente assurdo all’inizio. Ogni cosa attorno a noi è un’illusione ma è basato su molta matematica. Leonard Susskind, chiamato anche “ragazzo cattivo della fisica” (“Bad Boy Of Physics” ndr) crede veramente a queste teorie, fa dei seminari al riguardo. Consiglio di leggerlo online, spiega in modo comprensibile e divertente questa teoria. Non è tutto certo ma sono convinto che le cose non siano come sembrano e me ne son convinto quando ho letto un libro
di un ragazzo di cui la gente diceva che aveva una mente di un bambino di 2-3 anni perchè non poteva comunicare, era tipo imprigionato nel suo corpo e faceva solo rumori. Con le nuove tecnologie, son riusciti a farlo comunicare con l’esterno e si è rivelato molto intelligente. Nel suo libro “Nothing is what it seems to be” è stata una rivelazione per me, le persone di cui pensiamo che siano stupidi diciamo si rivelano poi essere più intelligenti di noi. Questo libro mi ha veramente aperto la mente. Devi essere di mente aperta per leggerlo se no sembra assurdo. Questo ragazzo imprigionato nel suo corpo ha sviluppato diverse doti di cui non sappiamo. Ad esempio quando una persona è cieca sente col tatto e udito molto meglio di noi. Lui sa cose tipo comunicazione con universi paralleli che noi non sappiamo fare perchè non abbiamo sviluppato questo senso, lui ha delle informazioni da condividere. Ero veramente meravigliato. Con una teoria del genere, capisci che tutto è possibile.

– Parlando di tour.. sia la produzione che la scenografia dei vostri concerti è migliorata durante gli anni. Cosa ci dobbiamo aspettare da voi per supportare il nuovo album?

Isaac: Beh, semplice, staremo a casa e manderemo degli ologrammi e divertitevi con noi (ride ndr)

Mark: E se per caso gli ologrammi non funzionano, useremo le..

– (In coro con Mark).. action figures!

(risata generale di tutti)

Isaac: Seriamente, col nuovo tour e il nuovo concept del disco avremo sicuramente una nuova produzione, porteremo tutto a un altro livello, cambieremo cose sul palco, le luci anche, avremo cose uniche questa volta. Nuove canzoni, nuova setlist e una band energica e appassionata (ride)

– Uno dei segreti nascosti delle band professionali sono i compromessi, sia nella band che nella vita privata. Avete mai pensato, per un breve istante, sulla vita normale, con un lavoro full time e una routine casa- lavoro – casa?

Mark: Certo, ogni tanto ti passa per mente. Però se mi capitasse, non mi perdonerei mai di aver rinunciato alle cose che ho avuto prima.

Isaac: L’erba è sempre più verde dall’altra parte no? C’è stato un periodo simile in cui insegnavo chitarra, era divertente ma sai è uno stile di vita diverso, passi tanto tempo a casa. Abbiamo periodi intensi in cui siamo via per un mese, il mese dopo sei a casa. Essendo comunque in una music company, magari a casa abbiamo lavoro da fare, magari che non c’entra con la musica ma con il business di essa. E’ molto interessante ma come hai detto è fare dei compromessi, non è facile alla fine di un tour mondiale senti già la scadenza per il nuovo album, diventi affamato di nuove cose. Il periodo di lavoro in studio non è il mio preferito perchè ci arrivi esausto e devi curare un sacco di dettagli e tante cose da fare che devono essere il più perfette possibili. Quando vai in tour e non dormi per un bel po’, non è sempre rock n roll.

Mark: Ti mancano la casa, la famiglia, la fidanzata…

Isaac: … e i cani (ride)

Mark: Anche! La tua vita sociale sparisce per un po’..

Isaac: E’ un modo di vivere, vieni ricompensato comunque per tutti questi sforzi, basta solo vedere i sorrisi delle persone di fronte a te mentre suoni o i responsi per il nuovo disco.

– Ragazzi, direi che è tutto per ora. Grazie del vostro tempo….

Isaac: Nessun problema, grazie a te!

… c’è qualcosa che vorreste dire ai vostri fans o ai nostri lettori?

Isaac: Mark, dì qualcosa in italiano per i fans.

Mark: Mi piace Nek e Vasco, tanto, tantissimo. (risate generali). AI fans vorrei dire di venire a Milano a gennaio per la nostra nuova data, non nel centro di Milano dove non suoniamo ma un posto un po’ lontano che si raggiunge solo in macchina. Lo so perchè tutti mi chiedono perchè suoniamo lì. E vi rispondo: dobbiamo pagare un sacco per il merchandise e noi vorremo guadagnare un minimo da esso.

Isaac: Grazie Italia per il supporto, siete meravigliosi quando ci supportate. L’Italia è sempre meravigliosa. Spero che il disco vi piaccia e se sì, veniteci a sentire a gennaio! Ciao!

Finita l’intervista, i ragazzi si son sentiti motivati a continuare a scherzare: mentre schiacciavo il pulsante salva per salvare la registrazione, i ragazzi mi urlano “hai schiacciato “annulla”, oh mamma hai perso la registrazione”. La sottoscritta va nel panico per poi guardarli e vederli ridere e dirmi “stai tranquilla che l’hai salvato”.