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Mikael Stanne – Dark Tranquillity

In occasione del promo day per ‘Atoma’, noi di HeavyWorlds abbiamo avuto il piacere di incontrare nuovamente Mikael Stanne dei Dark Tranquillity, che ci ha regalato un incontro piacevole e ricco di contenuti, dimostrando ancora una volta di essere un uomo veramente profondo. Questo il risultato della nostra chiacchierata…Enjoy!

– Ciao Mikael, bentornato su Heavyworlds.com, come vanno le cose in questa giornata di fine estate?

Ciao cara, veramente bene, sono molto felice di essere qui. Ho passato la settimana in Germania a fare giornate promozionali, ma fare interviste qui, mentre prendiamo il sole, trovo sia di gran lunga più bello. Fantastico! Non vedo l’ora di cantare al festival di domani (Metalitalia Festival ndr)

– Parliamo di “Atoma”, il vostro nuovo album che verrà rilasciato a novembre. So che è abbastanza presto per dire qualcosa, ma ci puoi vagamente accennare cosa dovremo aspettarci da questo disco?

Certo che si, è difficile ascoltare l’album e parlarne in maniera sensata (ride ndr), ma penso che sia un disco alquanto diverso, perché raccoglie diversi lati della band. E’ molto melodico, arrabbiato e frustrato, molto emozionale. Credo che tutti quelli che ci hanno lavorato abbiano fatto un buon lavoro, ricavandone suoni veramente fighi; Niklas (Sundin ndr) ha fatto dei lavori di chitarra spettacolari, sono molto orgoglioso della cosa. Non vedo l’ora che la gente lo ascolti, voglio sentirne il responso e suonare le canzoni live, connettermi a esse. Ecco cosa non vedo l’ora di fare.

– Suonerete nuove canzoni domani al festival come anteprima?

Sfortunatamente no.  Non siamo ancora pronti per quello. Abbiamo finito il mix quattro settimane fa, siamo stati occupati a fare le giornate promozionali, interviste e cose così,quindi non abbiamo avuto tempo di fare le prove, diciamo (ride ndr).

– La caratteristica principale del vostro suono è l’unione delle parti ritmiche alla dark metal e la melodia. Ascoltando “Atoma” sembra che abbiate trovato un modo di scavare nel suono più a fondo. Come avete fatto a creare l’oscurità del nuovo album?

Oh wow, guarda, è molto difficile quando inizi a scrivere un nuovo album, devi pensare a cosa vuoi fare questa volta e a cosa vuoi cambiare. C’è voluto un po’ di tempo prima di capire esattamente che direzione volessimo prendere. Siamo partiti da melodie e riff semplici e poi ci siamo detti “Ok, facciamo qualcosa di più originale rispetto a questo”.  Penso che avessimo capito dopo un po’ che era importante comprendere qual’era il nucleo di quello che volessimo fare, “Qual è l’aspetto più importante del nostro sound e della nostra musica?”.  E’ facile fare sperimentazioni e roba nuova solo per il gusto di farlo, ma noi volevamo far si che ogni aspetto del disco fosse 100% Dark Tranquillity; facciamo quello che facciamo meglio e massimizziamo ogni singolo aspetto dell’album, ad esempio ogni verso deve avere il suo impatto, i ritornelli devono spaccare. Abbiamo lavorato molto sulla produzione, in modo che ogni canzone avesse un diverso feeling. L’album infatti inizia in un certo modo e finisce in un altro.

– Canzoni come “Encircled” o “Forward Momentum” hanno un impatto diretto e altre come “Atoma” e “The Pitiless” sono più basate sul groovy. Qual è il modus operandi dei Dark Tranquillity per comporre e assembleare le canzoni e la tracklist di “Atoma”?

Cerchi di trovare un bilancio tra le cose, ma il tutto inizia magari con un riff o una linea di tastiera e poi dici “Ok questo è veramente figo”. Dopodiché  inizi a pensare “Cos’altro serve alla canzone” e cominci a risolvere questo quesito e così via. Magari la canzone inizia in modo molto trash e ti dici “Ok vediamo che abbiamo nella nostra “libreria musicale” e vediamo come cambiare o continuare la cosa”. E’ divertente pensare come “Atoma” sia nato partendo da una linea di tastiera e poi da lì sia stato un “Ok facciamo qualcosa di diretto basandoci su questo e rendiamolo il meglio possibile”. E’ molto divertente. Vale anche la stessa cosa quando scrivo i testi delle canzoni, devo concentrarmi sulle emozioni e sulle vibrazioni, in modo da esternarle poi nei brani.

– I tuoi testi hanno, come sempre, un alto livello di melanconia e rabbia dentro pronta a esplodere. Quali sono i concept principali raccolti in “Atoma”?

Non è difficile trovare ispirazione ultimamente, ho notato che il mondo è diverso negli ultimi due anni. Stanno succedendo cose molto orribili in tutto il globo e questo influenza anche noi come Paese ed intendo la Svezia, che solitamente ha un atteggiamento neutrale verso ciò che accade nel mondo. All’improvviso vedo che le città di oggigiorno iniziano a diventare spaventose e mi fanno notare aspetti di esse che non pensavo esistessero prima. Così dal nulla, le gente è diventata molto territoriale ed è spaventata da ogni possibile cambiamento, come l’immigrazione. Vedo persone dire “No, non vogliamo che altri vengano da noi, non li vogliamo qui”.  E penso “Ma dai, siamo dolci, cercate di trovare un po’ di empatia e simpatizzate verso chi ha dovuto affrontare cose terribili”. Gli individui dovrebbero fare così, aprire le loro menti e i loro cuori e far vedere che sono molto di più chepersone territoriali. Sono stato molto arrabbiato e frustrato nel vedere come le persone siano cambiate così tanto e anche il clima è cambiato in Svezia. Togliendo gli aspetti positivi, penso: ” Ma cosa fa sì che la gente diventi così?” La paura del cambiamento porta a trasformare questo sentimento in odio verso gli altri. Vorrei che le persone pensassero e reagissero e che avessero voglia di diventare molto più di ciò che sono adesso, più speranzose.  Vorrei che la gente si muovesse di più nelle innovazioni tecnologiche e nello sviluppo per il futuro, invece che rimanere ignorante. Quando vedi le persone così, perdi però questa speranza.. e mi sento senza scopo, come se non potessi veramente fare nulla, se non parlarne nelle canzoni, urlarle mentre canto. Non cambierà le cose, però e questo mi fa sentire veramente triste. Spero che prima o poi si riesca ad arrivare a una soluzione, anche se la vedo dura e questa frustrazione dà vita alle canzoni nelle sue diverse forme. Ovviamente scrivo anche riguardo ad altro, ma il vero “cuore” del disco è basato su questo. Leggere le news, guardarle alla TV fa proprio capire come il clima sia diventato abbastanza spaventoso.

– “Atoma” vede te usare il growl nella maggior parte delle parti cantate invece che pulite. Come avete lavorato per studiare gli stili vocali giusti da inserire nelle nuove canzoni?

E’ abbastanza semplice. Quando finiamo le canzoni, io e gli altri ci mettiamo in studio e iniziamo a sistemare il tutto insieme. Lo ascolto e poi registro la mia prima impressione al riguardo, per vedere qual è il mio istinto. Poi magari lo ascolto di nuovo e cambio qualcosa, ma la prima cosa che faccio è proprio vedere dove mi porta l’istinto.  A volte l’istinto ci prende giusto e allora inizio a scrivere le melodie e le linee vocali.. Mi fido un sacco del mio istinto iniziale, so oramai che musica facciamo, so cosa pensano gli altri quando scrivono e non devo più chiedere “Cosa ne pensate di questo?” perché alla fine è sempre quello che avrebbero fatto o voluto anche loro. Di certo se le canzoni sono pesanti e accattivanti, è sicuro che vado ad infilarci dentro dello scream, se invece il suono è più melodico, opto per un tipo di canto diverso.

– Ci sono due canzoni in particolare, “Force Of Hand” e “Faithless By Default” che hanno un appeal epico. Pensi che sia importante esplorare nuovi orizzonti, in modo da evolvere il suono della band?

Si, esatto. Tu pensi “Magari questo potrà funzionare” e lo fai funzionare. Prendi riff e melodie che eventualmente sono al di fuori di quello che vuoi, tutti in studio hanno le loro idee ma arriviamo a una sorta di consenso per quanto riguarda ciò che è bene per la band e per la canzone. Se Niklas scrive qualcosa in una certa maniera, viene reinterpretato da Martin e poi rivisto anche da Anders e poi capiamo dove vogliamo arrivare e diciamo “Wow ,figo”.  E’ la mia parte preferita quando iniziamo da una cosa nella quale non siamo a nostro agio e arriviamo a farlo diventare qualcosa di sensato e utile per il nostro sound. Questa nostra tendenza alla sperimentazione penso sia una delle cose che ci faccia andare avanti.

– “Atoma” continua la sua collaborazione con Century Media Records, iniziata anni fa. Quali sono le principali caratteristiche che un’etichetta discografica deve avere per fare da supporto a una grande realtà come i Dark Tranquillity?

Uh, non abbiamo avuto così tanta esperienza con un’etichetta, siamo appartenuti a due etichette prima, ma era molto tempo fa. Quello che adoro di Century Media è che, quando la collaborazione è nata, nel lontano ’99, li incontrai nei loro uffici e mi dissero “Ok, siete dentro” e così finimmo col parlare di musica per ore e ore, seduti lì con una birra. Abbiamo parlato della musica in generale, di come ti trasmetta emozioni, di come la si ascolta e di come la si collezioni. Posso dire che sono persone che hanno molta passione per quello che fanno. Ciò che apprezzo e stimo di loro è che sono rimasti così, sono una compagnia composta da persone che amano veramente la musica  e che lavorano in un’epoca in cui la gente non compra più dischi e il mercato è basato tutto sull’online, magari con gli streaming. Si adattano certamente anche a quello, ma comunque lavorano anche verso chi prenderebbe prodotti fisici. Facciamo i vinili e in colori differenti per i collezionisti perché vogliamo che il prodotto sia figo, diverso e affascinante. E loro sono in grado di fare queste cose in maniera stupefacente e fanno anche un’ottima promozione. Hanno firmato con noi perché gli siamo piaciuti e a noi loro piacciono, quindi rimaniamo con loro. E’ una relazione neutrale basata sulla fiducia, che è una cosa molto importante; noi ci fidiamo di loro e loro di noi. Non ci dicono cosa fare, ad esempio, né viceversa, ma ci sentiamo solo se ci sono dei problemi. Facciamo l’album, lo registriamo, lo mixiamo, ideiamo la copertina e poi la mandiamo a loro, che solitamente ci riservano sempre commenti positivi. Siamo, come vedi, abbastanza liberi di fare quello che vogliamo e questo è veramente importante.

– Ultima domanda…il DVD “Where Death Is Almost Alive” è stato registrato durante un concerto qui a Milano un po’ di anni fa. So che molte persone ti hanno già chiesto perché il pubblico italiano è stato scelto per questo privilegio, ma cosa avete trovato in quella performance (sia voi che i fans) che ti ha fatto pensare “Ok merita di essere filmato”?

Quando abbiamo suonato qui per la prima volta nel ’95 o nel ’96 mi pare, abbiamo avvertito un legame speciale con i fans italiani, ci siamo sentiti quasi come in una seconda casa. Ogni concerto fatto qui è stato fantastico, amiamo l’interazione con il pubblico e la sua passione. I migliori show mai fatti sono stati qui, ogni volta scendiamo dal palco e diciamo “Ma che cavolo, è stato veramente fantastico!”.  E’ veramente incredibile. Abbiamo fatto un tour con i Kreator e la data italiana in quel locale è stata la migliore di quel tour, quindi  quando abbiamo pensato di filmare un DVD live, ci siamo detti “Ok, lo facciamo assolutamente in Italia”. Era la prima e sola scelta per noi (ride). Il pubblico era fantastico quella sera e penso che guardando il DVD si possa notare quanto era spettacolare e fantastico il concerto. Se parliamo di fare un altro DVD, non saprei. Per me questo è il DVD perfetto, non so se riusciremo a farne uno migliore. (ride)

– Ok Mikael, abbiamo finito. Grazie della tua disponibilità, sentiti libero di salutare o aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista.

Ma figurati, grazie a te! Spero che la gente in Italia capisca quanto adoriamo loro, l’Italia e il supporto che ci riservano ad ogni nostra data. E’ fantastico e spero di continuare questa relazione con l’Italia per ancora un bel po’. Quando l’album uscirà, annunceremo qualche data in Italia sicuro per inizi 2017 e faremo tour come dei pazzi.