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PAIN – Peter Tägtgren

In occasione della data bolognese della seconda edizione dell’Into Darkness Festival, che vede i PAIN in veste di headliner, il leader della band industrial svedese si è concesso al microfono di HeavyWorlds, e colui che da molti viene dipinto come un personaggio schivo e ambiguo si è dimostrato in realtà gentile e disponibile, seppur riservato e di poche parole.

Buonasera Peter, e benvenuto a Bologna! Come va?

Peter: Tutto bene, ti ringrazio. Sono stato male per una settimana ma ora mi sono ristabilito completamente.

Sei tornato qui in Italia in occasione dell’Into Darkness Festival. Come procede, e come ti trovi con le altre band (i finlandesi Swallow the Sun, i portoghesi Moonspell e gli svedesi Lake of Tears )?

Peter: Oh, bene, finora è andato tutto benissimo, ci troviamo bene con le altre band e sono sicuro che continueremo così.

E cos’è che preferisci di questi festival?

Peter: Stare sul palco, non c’è alcun dubbio. È assolutamente grandioso.

Fino a pochi giorni fa siete stati di supporto ai Nightwish nelle date britanniche del loro tour. Sicuramente saprai che il 10 novembre ad Helsinki c’è stata la prima del loro film, “Imaginaerum”. Hai mai pensato di scrivere la sceneggiatura di un film?

Peter: No, non fa per me, e non è nello stile dei PAIN. Non ritengo necessario scrivere un film, visto che la vita stessa è un film (ride).

E invece hai mai pensato di occuparti di una colonna sonora?

Peter: In effetti l’ho già fatto due volte, per dei film svedesi (Uno di questi è “Noll Tolerans”, per cui ha composto la canzone “The End of the Line”). È stato davvero divertente!

Il tuo amore per il Sud America non è un segreto. Cos’è che apprezzi di più di quei Paesi?

Peter: Il Sud America è bellissimo. E poi l’intensità del pubblico è davvero – fa il rumore di un’esplosione – davvero incredibile! Sono gioiosi ed energici.

Un pregio e un difetto del pubblico italiano. Sii onesto, non ci offendiamo!

Peter: Onestamente, non riesco a trovarvi un difetto. Il fatto è che qui in Italia non abbiamo molti fan, ecco perché cerchiamo di tornare qui ogni volta che ne abbiamo l’occasione, per farci conoscere meglio e guadagnarci un pubblico più vasto. Devo dire che funziona, le cose stanno andando di bene in meglio, credo che stiamo lavorando nella direzione giusta. Tutti sanno che voi italiani siete più per il power e il black metal. Noi siamo un po’ nel mezzo, perciò… (ride)

Prossimamente potremmo vedervi qui in Italia al di fuori dei festival?

Peter: Sarebbe bello ma saremmo più che felici di tornare anche in occasione di altri festival. Il punto è che qui non ci propongono mai nulla. Non è colpa nostra se non veniamo spesso in Italia, adoriamo suonare qui!

Oltre ai PAIN hai anche un’altra band, gli Hypocrisy. Come riesci ad equilibrare l’attività delle due band? Capita che si contaminino a vicenda?

Peter: cerco sempre di dedicare un periodo ai PAIN e poi agli Hypocrisy. Trovo sempre il modo di lavorare con una band e, una volta finito, mi concentro sull’altra. Non mi piace mescolare le due attività, quindi cerco di tenerle assolutamente separate.

Domani (16 novembre) uscirà il vostro DVD, “We come in peace”. Cosa vi ha spinto a lavorare su un DVD? Perchè ora?

Peter: Vedi, non abbiamo mai avuto un buon DVD live finora: avevamo filmato uno show in Polonia ma non mi convinceva affatto. La gente si fa una certa idea di noi quando ci ascolta dal CD, e questa idea cambia completamente quando ci vedono dal vivo. Vogliamo mostrare alle persone che non hanno mai avuto l’occasione di vederci sul palco quello che siamo in realtà, così che possano capire fino in fondo qual è la realtà dei PAIN.

Qual è la tua massima fonte di ispirazione?

Peter: La vita di tutti i giorni. L’ispirazione può venire guardando il telegiornale, vivendo esperienze sulla propria pelle, ascoltando la radio, anche le frequenze che trasmettono le “Top 40”. Anche il mio passato è una fonte di idee. Ascolto diversi generi musicali, quello che scrivo è una sorta di mio personale “best of” di ciò che mi è capitato sotto mano.

Peter, tu lavori anche come produttore nello studio di tua proprietà (l’Abyss Studio, che si trova nel villaggio di Pärlby, Svezia, in cui possiede svariati immobili, ndr), lavorando con gruppi del calibro di Dimmu Borgir, Children of Bodom e Sabaton e non limitandoti semplicemente alla produzione ma partecipando attivamente alle registrazioni (ad esempio appare nell’ultimo album dei Sabaton,  “Carolus Rex”, come voce di  accompagnamento nel brano  “Twilight of the Thunder God”). Qual è il tuo rapporto con le band che produci?

Peter: Cerco di essere un amico oltre che un produttore, così riesco a tirar fuori il meglio da loro. A volte li aiuto a costruire le loro canzoni, per rendere le registrazioni più semplici e rapide.

Al momento ci sono progetti per i PAIN o per gli Hypocrisy?

Peter: Dopo il festival abbiamo una data in Svezia con i Sabaton, poi ci fermeremo per concentrarci sul nuovo album, che con tutta probabilità uscirà nel 2014. Per quanto riguarda gli Hypocrisy invece abbiamo un nuovo album in arrivo, l’uscita è prevista per marzo dell’anno prossimo e a quel punto ci sarà il tour per promuoverlo.

Quanto è importante per un musicista prendersi una pausa da registrazioni, tour etc.?

Peter: Le pause sono fondamentali. Se non ci si ferma mai si finisce per – fa il gesto di un aeroplano che si schianta – . Passando troppo tempo in tour ci si consuma. Quando ti fermi ricarichi le batterie, e poi torni a calcare il palco meglio di prima. In definitiva, un musicista stressato non tira fuori niente di buono.

Chi è Peter lontano dai palchi, dagli studi di registrazione… e dai giornalisti?

Peter: (ride) Oh, Peter è un tizio noioso, non fa altro che mangiare pizza e guardare la TV, tutto qui. Uno come tanti altri.

C’è una parte del mondo che non hai visitato con le tue band o, perché no, per conto tuo, e dove ti piacerebbe andare?

Peter: Non sono mai stato in Australia, vorrei andarci. In realtà sarò lì con gli Hypocrisy a gennaio, sarà molto interessante. Penso che siamo stati praticamente ovunque, fatta eccezione per l’Africa. Ci sono ancora dei posti in cui vorremmo suonare…

Quanto è importante rapportarsi con i fan?

Peter: Fa sempre bene parlare con i fan, ti dicono sempre cosa va bene e cosa invece non va, te lo ricordano quando passi da un progetto all’altro.

Quindi in qualche modo i fan influenzano ciò che scrivi?

Peter: In effetti sì, possiamo anche metterla in questo modo. Il volere del pubblico è la cosa più importante. Il pubblico paga il biglietto e se quando viene a vederci non ottiene quello che vuole sono guai!

Avete un sito ufficiale?

Peter: Abbiamo una pagina Facebook e una homepage, www.painworldwide.com. È principalmente su Facebook che riesco a raccogliere le opinioni dei fan.

Bene Peter, l’intervista è finita. Vorresti dire qualcosa ai tuoi fan e ai nostri lettori?

Peter: Spero che il nostro DVD vi piaccia, e auguro alla gente che ci aspetta nel locale di godersi lo show di stasera. Grazie per il sostegno!

Grazie a te, Peter, per l’opportunità, sei stato davvero gentile. In bocca al lupo!

Peter: Crepi! Ci vediamo dentro!