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Amanda Somerville

Ciò che rende un artista ancora più eccezionale, oltre alla disponibilità con i fans e con la ‘carta stampata via web’, è la capacità non comune di cambiare pelle, di trasformarsi e di rendersi interessante anche in vesti poco consone alla figura che si è costruito… il bello di volere da se stessi qualcosa di diverso, di proprio o di maggiormente sentito nel cuore rendere certi show sopra le righe, magici e quasi eterni.
L’ultima grande emozione è riuscita a regalarmela la biondissima e simpaticissima Amanda Somerville, cantante nota al popolo metallaro come la corista di Avantasia, Kamelot, Virgo e la momentanea sostituta della povera Simone Simons quando fu affetta da una forma di staffilococco un paio d’anni fa. Ma niente di ‘metalloso’ stasera…sul palco un piano, una chitarra acustica e una elettrica, uno djembe, un cajon e tre microfoni. Stop. Niente batterie o ammassi di amplificatori (anche perché il teatro in questione è relativamente piccolo).
Entrando ci imbattiamo nella bionda singer indaffarata a preparare il suo stand all’ingresso della sala del teatro, sorridente e per nulla imperniata da atteggiamenti ‘da star’; parla e descrive il suo essere una ‘singer tuttofare’, e dopo pochi minuti si ritira per iniziare la concetrazione pre show.
La sala si sta pian piano riempiendo, con gente che si è fatta quasi 300km per poterla ascoltare e apprezzare (la dolce Amanda non finirà mai di ringraziarli post show), qualche ‘ovvio’ metallaro, ma alla fine non ci sarà il tutto esaurito. Il concerto di questa sera entra nel programma che l’organizzazione Vivaossola (www.vivaossola.org) sta portando nel capoluogo ossolano (con la voglia e l’intenzione di diffondersi in tutto il nord Italia), che vede approdare sui palchi della città e dintorni alcune realtà che all’estero iniziano a spopolare.
Ma, tornando al concerto, sono da poco passate le 21:30 quando le luci si assopiscono ed ecco entrare il grande Robert Hunecke-Rizzo (stasera diviso tra percussioni, chitarre e cori) che, chitarra elettrica alla mano, inizia a jammare…pochi secondi ed ecco apparire la bellissima Amanda, in pantaloni e decoltè, che intona l’opener del suo ultimo lavoro solista (“Windows”), la ariosa “May Day” che apre un concerto totalmente acustico ma che al pubblico strapperà molti applausi. Ad Amanda piace introdurre i suoi musicisti (al piano c’è il giovanissimo Simon Oberender), interagire con il pubblico e parlare del significato dei testi e a chi sono dedicati. Si passa da una “Inner Whore” a una trascinante “Get Me”, passando per una sentitissima “Point Of Safe Return” e per un’altrettanto intensa “Carnival”…sono chiamate in causa, tra sorrisi e occhiate, anche le precedenti release, dove spiccano per bellezza la grandiosa “Blue Nothing” e la sognante “Angel Of Mine”, dove Amanda scherza sul successo di questa canzone che tutti attribuivano ad un’altra pop singer. Tra jazz, blues, swing, pop, qualche toccata rock e qualche spunto più afrocubano, ecco arrivare il lentone “All That I Am”, seguito da un paio di songs che entreranno a far parte della nuova release in preparazione… chiude lo show la galattica “Moth”, ed il terzetto esce (facendo un grande inchino) tra gli applausi continui e i sorrisi di tutti i presenti…
Acclamata dall’intero teatro, Amanda rientra solitaria e sceglie di dedicare all’audience del Teatro Galletti niente meno che la titletrack del suo ultimo lavoro, che la vede impegnata anche al piano, anticipata da una commossa presentazione riguardo all’anno appena trascorso, non troppo felice per la bionda singer.

Concludo semplicemente sottolineando (ove ve ne fosse bisogno) le immense doti vocali di Amanda, perfetta, senza sbavature o indecisioni…ottimi anche Robert e Simon, amici e compari di ventura, che ‘sacrificano’ i loro estri che ben conosciamo per sorreggere le toccanti performance vocali.
Un concerto indimenticabile in un’atmosfera ‘amichevole’ che rende onore ancora di più alla persona di Amanda Somerville…grazie Amanda e grazie Vivaossola!!!