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NASUM FAREWELL TOUR 2012

La tappa bolognese del tour di addio definitivo dei Nasum non è stato un semplice concerto, ma una vera e propria guerra, ve lo posso assicurare. Di Mieszko contro la morte, perché i grandi artisti non scompaiono mai e questo tour è stata la sua celebrazione, l’ultimo regalo degli svedesi ai fan. Dei centri sociali contro il music business, in questo caso il fantastico XM 24 che manda a fanculo tutto e tiene il biglietto a 4 (quattro!!!) euro. Del fisico contro il caldo, fare un concerto a fine Giugno in una sala bollente con solo un ventilatore è stata una vera sfida, ma purtroppo non si poteva fare altrimenti. Del fonico dei Nasum che è riuscito a tirare fuori dei suoni incredibili nonostante una location con un’acustica potenzialmente pessima. Di un pubblico meraviglioso che ha risposto alla grande. La guerra è stata vinta su tutti i fronti, senza alcun dubbio…

WORMROT

Purtroppo i concerti iniziano prima di quanto pensassi e arrivo appena in tempo per vedere salire sul palco i Wormrot. Questo terzetto di Singapore è una delle nuove leve in ambito grindcore che si sta facendo un nome veramente velocemente, grazie a tour costanti e un’ottima presenza scenica. L’ingresso nel capannone adibito ai concerti è veramente devastante, si suda anche solo a stare fermi e non è decisamente la situazione migliore per godersi lo show di un gruppo che conosco solo marginalmente. I Wormrot ci mettono veramente tutto sul palco, aiutati anche da un’ottima tecnica del chitarrista e del batterista. Io non sono però eccessivamente impressionato, la mancanza (voluta) del basso per me è una carenza incolmabile ed il cantante non ha un timbro vocale caratteristico che possa elevare più di tanto un grindcore sì tecnico ma anche parecchio canonico. Mi godo il resto del concerto dal lato palco in una zona un filo più fresca, ma mi resta comunque un po’ di amaro in bocca per un gruppo spalla a mio parere non all’altezza.

NASUM

Qualche minuto per fare il cambio di strumentazione sul palco, giusto il tempo per rinfrescarsi con una birretta, e mi butto nuovamente nella sauna per godermi finalmente i Nasum. Ogni cosa va decisamente al di là di ogni mia aspettativa, arrivando veramente a sfiorare il concerto perfetto. Gli svedesi sono ormai a metà del tour europeo e sono una macchina da guerra oliatissima e rodata, come se gli anni di pausa forzata fossero stati spazzati via nel giro di un mesetto di date in giro per il mondo. Dopo un rapidissimo check i Nasum attaccano a suonare con la consueta formula di blocchi di quattro-cinque brani legati in successione. Quello che lascia veramente a bocca aperta è l’incredibile pulizia del suono e i volumi assolutamente perfetti, alti il giusto senza spaccare le orecchie. Il concerto non ha bisogno di quei canonici tre brani per ingranare, gli svedesi spaccano tutto fin da subito e il loro grind infarcito di death e a tratti di sperimentazione scatena un pogo furibondo che dura per tutto lo show. Io per una volta preferisco stare lontano dal pit e cerco il conforto di uno spiraglio d’aria che viene da un ventilatore da soffitto, ma è una speranza vana. Difficile e tendenzialmente inutile parlare di un concerto dei Nasum facendo un’elenco delle canzoni, anche perché il quintetto esegue praticamente una quarantina di brani attingendo un po’ da tutta la discografia. Avete presente quella sensazione fastidiosa di quando vedete una delle vostre band preferite, fanno un concerto fantastico, ma vi rimane un po’ l’amaro in bocca perché il pezzo che più volete sentire non viene suonato neanche per sbaglio? A me capita spesso. Ma questa volta no! Dalla tritasassi “This is…”, passando per la classicissima “Scoop” e la groovy “Corrosion”, fino ad arrivare ad una “Inhale/Exhale” cantata a gran voce da tutta la sala, non c’è un brano rappresentativo dei Nasum che venga escluso dalla scaletta. Al difficilissimo compito di sostituire dietro il microfono Mieszko troviamo Keijo Niniimaa dei Rotten Sound, ottima scelta visto che il timbro è simile, forse un po’ più hardcore come anche la tenuta del palco. Quando si giunge all’ultimo blocco di canzoni un po’ viene il magone, perché comincia a venire la consapevolezza che lo show sta per finire e i Nasum (io non ho dubbi sulla loro coerenza, qundi non mi aspetto future reunion farlocche) non li si vedrà mai più dal vivo. Ma questa è una festa, una celebrazione e bisogna andare avanti fino in fondo, urlare finché c’è un filo di voce, sudare finché c’è un filo d’acqua in corpo. Le lacrime vengono ricacciate in gola e alla fine i sorrisi soddisfatti ed inebetiti sono sui volti di tutti. So long, Nasum. Thanks.