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Royal Hunt + Stamina

Se ci ripenso mi tremano ancora le gambe. Non sto scherzando; finchè non li ho visti salire sullo stage assieme, non ho realizzato che Andre Andersen e DC Cooper avessero messo da parte i loro problemi ed iniziato a collaborare nuovamente (a breve godetevi l’intervista!). L’inventiva e la capacità di arrangiamento da una parte, la caratura canora e l’estro intrattenitivo dall’altra. Insieme, con una band di tutto rispetto alle spalle, formano uno status di perfezione totale. Ma andiamo ai fatti…già dal pomeriggio la band si è intrattenuta con i primi fan accorsi (gente dall’Umbria e anche dalla Svizzera, tra gli altri), dimostrandosi disponibile e simpatica, cosa che smitizza la ‘freddezza’ che, si diceva, li permeasse. Ad accompagnarli, nel tour europeo, i nostrani Stamina, autori di un hard rock dalle influenze metallose che non disdegna al cospetto dell’act danese; un Rock’N’Roll Arena riempito per tre quarti funge da ciliegina sulla torta per questo evento…

Guarda qui le foto della serata!

http://www.flickr.com/photos/heavyworlds/sets/72157630035158628/

STAMINA

Complice la mancanza degli Odd Dimension che avrebbero dovuto aprire la kermesse, i nostrani Stamina calcano il palco verso le 21, con il loro trascinante hard rock ‘metallizzato’. Sarà l’ultima serata , e per di più in madrepatria, sarà la ‘rodatura’ appresa durante la tournee, ma gli Stamina conquistano l’audience già dalla prima canzone. Band compatta, tenace e davvero ispirata, trascinata da un vocalist completo e da un bassista completamente immerso nella propria musica, gli Stamina dimostrano ennesimamente che di act professionali ne possiede pure l’Italia…quaranta minuti scarsi a loro disposizione volano e, come saluto caloroso, la band ci regala un assaggio di quello che sarà il prossimo disco. Sudore, divertimento e tanta volonta. Da annoverare!

ROYAL HUNT

Ci vogliono circa trentacinque minuti prima che le luci si spengano e, ad uno ad uno, il 7-piece entri sullo stage; la partenza si chiama “One More Day” e le cose in chiaro sono principalmente due: il fonico sta dormendo, perché sia sullo stage che fuori tutto suona impastato, e la band è in gran forma. DC Cooper scalda la sua ugola d’oro anche sulla successiva “The Mission”, evitando di osare i suoi mitici falsetti, ma dalla trascinante “Flight” non ce n’è più per nessuno: il sound si sistema e il vocalist inizia a volare. La band è compatta e precisa, con la sezione ritmica Sorensen/Passmark precisa e pulita e con il nuovissimo Jonas Larssen a cercare di far dimenticare i propri predecessori (specie Markus Jidell). Arriva il singolone “Hard Rain’s Coming” dall’ultima fatica discografica e, tra una cazzata e l’altra del simpaticissimo DC, assistiamo all’esecuzione della più impegnativa “Lies”, unico neo della serata dove la band appare un po’ in affanno e dove il singer di Pittsburg fatica non poco a reggere il confronto (quel John West di “Fear”). Il valore aggiunto delle due coriste (tra cui la onnipresente Marie McTurk) si fa sentire sulla successiva “Step By Step”, brano piuttosto inusuale della discografia della band, e dalla eccelsa “Tears Of The Sun”, unica estratto dell’era ‘boalsiana’ che performata da DC Cooper assume ancora più valore…si procede vorticosamente tra una serie di classici come “Wasted Time” e “Age Gone Wild”, passando attraverso un cortissimo guitar solo, e chiudendo la serata con due nuovi estratti (“Half Past Loneliness” e “Angel’s Gone”) e l’inno “Kingdom Dark”; le sorprese non finiscono qui; ecco comparire sedie e chitarre acustiche che ci introducono ai dieci minuti di medley contenente  “Restless”, la più improbabile “Bodyguard” e la ovvia “One By One”. Applausi e cori a non finire mentre la band si congeda dal palco, tra sorrisi e un certo velo di timidezza. Lo show volge al termine con l’esecuzione della seconda parte della titletrack dell’ultimo disco, “Show Me How To Live”, e il classicone “Last Goodbye” che ha visto partecipare i cori anche gli Stamina. C’è tempo per una song ancora e ovviamente la scelta ricade sulla hit “Message To God”, cantato a squarciagola da chiunque fosse presente; lo show si chiude con un grande inchino prima che i roadie inizino a smontare lo stage.

Uscendo si analizzava la scaletta e ci si chiedeva il motivo di grandi ‘mancanze’ come “Epilogue” o “Far Away” o “River Of Pain”. Ci si chiedeva come mai gli estratti da “Paradox” fossero ridotti alla sola “Message To God” o perché dischi come “X” e “Eyewitness” fossero stati completamente ignorati…retorica, con il senno di poi. I Royal Hunt, nel tour del ventennale, hanno dimostrato di avere ancora numerosi colpi da sparare in viso ai propri fans! Un ritorno incredibile. E l’ennesimo applauso all’organizzazione del RNR Arena!

Setlist:

1.   One More Day
2.   The Mission
3.   Flight
4.   Hard Rain’s Coming
5.   Lies
6.   Step by Step
7.   Tears of the Sun
8.   Wasted Time
9.   Age Gone Wild
10.   Guitar Solo
11.   Half Past Loneliness
12.   Kingdom Dark
13.   Angel’s Gone
14.   Acoustic Medley: Restless / Bodyguard / One by One
15.   Show Me How to Live
16.   Last Goodbye
17.   Message to God