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DIE APOKALYPTISCHEN REITER + EMIL BULLS + MALRUN

Le buone premesse per una serata divertente diciamo che c’erano tutte. Innanzitutto passare dal caldo torrido di Modena alla brezza e ai meravigliosi paesaggi della Val di Sesia aiuta non poco a immergersi in un buon clima concerto. In secondo lugo, la curiosità di scoprire se quella macchina da palcoscenico chiamata Die Apokalyptischen Reiter, che avevo avuto modo di apprezzare solo in qualche video, riesce a mantenere lo stesso impatto scenico e sonoro anche al di fuori della rassicurante madrepatria. Ultimo elemento, ma non meno importante, l’acustica perfetta del Rock’n’Roll di Romagnano, veramente uno dei locali migliori dove sentire buona musica. Unico elemento negativo, ma questa ormai è la prassi, un pubblico non numeroso, ma talmente caldo da riempire virtualmente anche i numerosi spazi vuoti in sala. Crisi, disinteresse, giorno sbagliato, non è il caso di disquisire in questa sede i motivi di concerti semivuoti, ma se vogliamo che i gruppi anche più piccoli continuino a venire in Italia bisogna darsi una mossa.

MALRUN

Appena finita l’intervista con i D.A.R. sento che la prima band, i giovanissimi danesi Malrun, hanno già iniziato (in anticipo!), quindi mi fiondo dentro e scopro di aver perso giusto un paio di brani. Sconosciuti a tutti i pochissimi presenti, il quintetto ce la mette tutta per accaparrarsi dei nuovi fan, suonando come se fossero davanti a una platea sterminata. I Malrun propongono quello che oggi viene chiamato modern metal, nel loro caso una miscela abbastanza ben riuscita di crossover alla A Perfect Circle irrobustita con un po’ di thrash scandinavo alla Haunted. Niente di nuovo, ma suonato bene e con una discreta presenza sul palcoscenico, anche se qualche impaccio ancora si nota nei ragazzi. Poco male, sono giovani ed il futurò è nelle loro mani.

EMIL BULLS

Rapido cambio di palco ed è il turno dei bavaresi Emil Bulls, altro gruppo di ragazzi molto giovani ma dalla caratura decisamente superiore rispetto ai Malrun, quantomeno come presenza scenica. Ho scoperto poi in un secondo momento che in cinque ragazzi hanno già pubblicato vari album e in Germania godono di una discreta popolarità. Del resto hanno il sound giusto e il look giusto per piacere ai giovani metallari, anche se non sono affatto dispiaciuti anche a un mezzo vecchietto come il sottoscritto. Notevoli soprattutto nei momenti più tirati dove mi hanno a tratti ricordato i Raised Fist, gli Emil Bulls perdono un po’ di colpi nelle immancabili parti più melodiche, anche se non toccano mai momenti sfacciatamente emo e la voce del frontman rimane sempre molto bella. Incredibile il momento in cui tutti i membri delle altre due band salgono sul palco e fanno un casino assurdo, giusto festeggiamento per l’ultima data del tour dei ragazzotti bavaresi.

DIE APOKALYPTISCHEN REITER

E finalmente giunge il momento. Un grande telo nero va a coprire il palcoscenico, mentre dalle casse esce un campionamento in italiano di un film (che sinceramente non ho riconosciuto) in cui la voce di un ragazzo invita a ribellarsi alla tirannia dei monarchi che hanno sempre riempito il popolo di false promesse. Bello e privo di quella retorica pomposa alla Braveheart. E poi tocca a loro, i cinque cavalieri dell’apocalisse! Il pubblico nel frattempo si è fatto discretamente numeroso e si assiepa sotto il palco per assistere allo show del quintetto. I Reiter in Germania hanno un enorme successo perché sono un gruppo vicino al popolo, sempre pronto a difendere le proprie origini proletarie e a demolire le barriere che li separano dal pubblico. Anche questa sera, nonostante qualche fuoco d’artificio, il look come sempre improbabile di Dr. Pest e i travestimenti del cantante Fuchs, i tedeschi hanno annullato lo spazio tra il palco e la sala, creando uno show coinvolgente, intenso e divertente per tutti. Incredibile la scaletta che va toccare praticamente tutta la produzione della band, con classici accolti da boati come “Es wird schlimmer”, “Riders of the storm” e “Reitermania”. Toccante il momento in cui il quintetto rallenta i forsennati ritmi per cantare con i fans l’emozioniante ed epica “Wir reiten”, mentre decisamente esaltante ed eccitante l’esecuzione della gloriosa “Revolution”, con il ritornello scandito a gran voce da tutto il Rock’n’Roll. A mio parere il punto più alto dell’intero concerto coincide con “Der Seeman”, prima con lancio di canotto con ragazza a bordo sulla folla, poi con balli scatenati ed incontenibili delle prime file. Un concerto veramente incredibile in cui non è mancato veramente nulla, compresi lanci di coriandoli e un wall of death in cui pochi valorosi (sottoscritto compreso, of course) non si sono risparmiati. Così come non si sono risparmiati Die apokalyptischen Reiter, band divertente, vera e genuina che non si tira indietro anche in presenza di un pubblico sparuto. Chi non c’era si mangi pure le mani perché temo passeranno altri anni prima di ritrovarceli davanti.