Ci sono molti artisti che stanno abbracciando una seconda giovinezza creativa…sembra un paradosso, perché la maggior parte delle band attraversa 7-10 anni sperimentando o rilasciando scialberie, quasi dimenticandosi del proprio glorioso passato, per arrivare poi alla soglia dei ‘50’ con la voglia e la verve di trent’anni prima…
Jeff Waters lo sta facendo in questo momento…o meglio, ha iniziato a farlo pochi anni fa. Già dal precendente “Annihilator”, la band canadese ha ripreso ad essere più matura e convincente, propinando un disco sicuramente non encomiabile, ma nemmeno asciutto e privo di sapore. Con il nuovo “Feast” si assiste a un rinverdimento del concetto musicale della band, ovvero un thrash metal trascinante basato su ritmiche serratissime e cori compiacenti. Accompagnato sempre (ormai da dieci annetti sonanti) dal fido Dave Padden, Jeff Waters sembra aver trovato una nuova via per accrescere il sound degli Annihilator, arrivando a perfezionarsi notevolmente dietro alla consolle e a collaborare con un artista del calibro di Danko Jones.
La produzione è limpida e affilata come una spada, cosa che rende le sciabolate ritmiche ancora più cariche di pathos. I suoni sono rotondi e grintosi, ben abbinati alla voce rabbiosa di mr. Padden, dove batteria e basso riescono nell’arduo compito di sostenere le enormi capacità del buon Jeff…le performance sono encomiabili, specie quelle di mr. Waters che si adopera a suonare sia chitarra che basso (come sempre) e di Mike Harshaw dietro alle pelli, una vera macchina umana. La copertina è come sempre particolarmente evocativa, e “Feast” entra nella poll di quelle più indovinate nella carriera della band.
Il tridente di partenza “Deadlock”/”No Way Out”/”Smear Campaign” vale da solo il prezzo del cd: canzoni ispirate, violenza ragionata ed heabanging…la restante parte rimane su standard alti, specie “Wrapped” dove compare l’ospite sopra citato. La versione Eco-digibook prevede anche un secondo cd, “Re-kill”, contenente numerose vecchie songs riprese e riregistrate dalla attuale formazione, un regalo di notevole spessore specie per chi avesse voluto sentire songs come “Stonewall” cantate da Dave Padden.
Un album che pone le basi per un ritorno in pompa magna? Si, questa è l’idea che ci si fa non appena “Feast” termina di girare nel nostro lettore. Un disco potente che sa di garanzia.
