Direttamente dalle lontane terre australiane ecco una delle sorprese sonore di questo 2015 per quanto riguarda la scena prog metal.
Nati quasi 10 anni or sono e reduci da un primo lavoro e una serie importante di date in compagnia di mostri sacri come Queensryche ed Anathema, nel 2013 gli Arcane si mettono all’opera per scrivere questo doppio album arrivato ora nelle nostre mani; un esempio lampante di come dovrebbe essere concepito e partorito un album concettuale di progressive.
Già dalla partenza quella “Promise Part 2“, in grado di rivaleggiare in termini di atmosfere e teatralità, alle ultime follie sonore di giovani band come Leprous ed Haken, ma anche divenendo dimostrazione tecnica del fatto che questo quintetto australiano può rivaleggiare senza dubbi con i mostri sacri del genere più ricco di sfumature e sperimentale (chi ha detto Opeth?). E’ la magnifica voce di Jim Grey a svettare su tutto e tutti, complice una produzione capace di mettere in evidenza ogni suo piccolo respiro e partiture musicali scritte apposta per la sua ugola.
Molto più vicino a Tommy Karevik più teatrale che a tanti sui colleghi del panorama prog, solo intenti a sparare note altissime, il singer diventa così l’arma vincente di un dream team, diviso tra passaggi al limite del jazz e vaghi ricordi satrianeschi chitarristicamente parlando.
Sensory ancora una volta mette a segno un grande colpo, aggiudicandosi nel proprio roster questa fenomenale band e questo magnifico best seller sonoro. Che sia arrivato il tempo per la label di colpire nuovamente il bersaglio dopo aver scoperto i già citati Haken e Leprous? Alla storia futura l’ardua sentenza. Voi intanto non perdete tempo e date un ascolto ad uno dei capolavori prog più brillanti degli ultimi anni.
