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AVANTASIA – Ghostlights

Ci sono artisti che ti sanno prendere per mano, parlandoti con voce melliflua e dolce, e trasportarti esattamente dove vogliono; il viaggio nasce quasi per caso in un pomeriggio piovoso, quando si è alla disperata ricerca di emozioni, e non ha termine…sono questi personaggi a farti compagnia quando non vuoi vedere persone attorno, quando la necessità di qualcuno che parli attraverso metafore diventa una necessità vitale come l’aria.

Tobias Sammet è questo e molto di più…fin dai primi anni 90 non ha mai smesso di ‘cercare’ dentro sé quelle musiche e quelle storie che potessero fungere da traghetto mentale verso lidi inesplorati, riuscendo a mettere a segno due progetti tanto diversi per struttura ma tanto simili per passione e amore. Nel caso del nuovo (e settimo) sigillo Avantasia, il folletto di Fulda prosegue nella ricerca della verve rockettara, sacrificando una buona fetta del ‘sacro metallo’ in favore di canzoni più esigenti di morbidezza e variabilità. Paradossalmente proprio le songs care al hard rock rimangono in testa al primo ascolto, segno che quando si segue il proprio cuore artistico il risultato non può che essere meraviglioso.

La produzione, curata assieme ai fidi Sascha Paeth e Michael Rodenberg, è la migliore che gli Avantasia abbiano mai avuto; l’effettiva minor limpidezza sonora e perfezione esecutiva posta in “Ghostlights” crea un vortice live che da ai brani un tiro e un’epicità fuori dai canoni, finendo per fornire quel leggero senso di ‘patinatura’ delle strutture già attuata nel precedente “The Mistery Of Time”. Le performance sono passionali e focose, dove le doti di artisti come Dee Snider e Sharon Den Adel vengono sorrette da un songwriting ad hoc, mentre mixing e mastering fanno da vero occhiello professionale.

Partendo dal singolone “Mystery Of A Blood Red Rose” fino all’ammalliante “A Restless Heart And Obsidian Skies” il viaggio è davvero lungo…”Ghostlights”, “Lucifer” e “Unchain The Light” tengono ancora vive le reminescenze dei primi lavori mentre con “Master Of The Pendulum” assistiamo al capitolo di transizione. Da applausi l’oscura “The Haunting” e la popeggiante “Draconian Love” mentre le palme d’oro se le aggiudicano l’ambient-oriented “Isle Of Evermore”, “Seduction Of Decay” (Sammet che fa cantare Tate ‘alla Queensryche’ la dice lunga) e l’incredibile suite “Let The Storm Descend Upon You”, lasciando alla sola “Babylon Vampyres” il compito di riempitivo.

‘Gli Avantasia sono Tobias Sammet e Tobias Sammet è gli Avantasia’ sembra una frase arrogante e fuori luogo, ma non sarebbe giusto non dare atto del proprio valore a un compositore contemporaneo, sia esso artistico che caratteriale. “Ghostlights” rimane il disco più difficile della carriera del buon Tobi, dove la voglia di espandere il sound e la devozione verso quanto già creato appaiono sbilanciati volutamente, ma che ne esterna l’amore incondizionato per l’arte del rock.

  • 9,5/10

  • AVANTASIA - Ghostlights

  • Tracklist

    01. Mystery Of A Blood Red Rose
    02. Let The Storm Descend Upon You
    03. The Haunting
    04. Seduction Of Decay
    05. Ghostlights
    06. Draconian Love
    07. Master Of The Pendulum
    08. Isle Of Evermore
    09. Babylon Vampyres
    10. Lucifer
    11. Unchain The Light
    12. A Restless Heart And Obsidian Skies

     


  • Lineup

    Tobias Sammet: Vocals
    Jorn Lande: Vocals
    Biff Byford: Vocals
    Dee Snider: Vocals
    Robert Mason: Vocals
    Sharon Den Adel: Vocals
    Marco Hietala: Vocals
    Herbie Langhans: Vocals
    Geoff Tate: Vocals
    Michael Kiske: Vocals
    Bob Catley: Vocals
    Ronnie Atkins: Vocals
    Sascha Paeth: Guitars
    Bruce Kulick: Guitars
    Michael Rodenberg : Orchestration & Keyboards
    Oliver Hartmann: Guitars & Vocals
    Felix Bohnke: Drums