In molti, credo, non avrebbero scommesso troppo sui Rhapsody Of Fire dopo l’uscita di Luca Turilli…e come dar loro torto: la preponderante figura del chitarrista triestino ha sempre messo un po’ in ombra il resto della band, lasciando presumere (erroneamente) che la sorte dell’act rimanesse in bilico tra il baratro e la sopravvivenza. Ma come in ogni aspetto della vita, ci vuole tempo…
Quel tempo, nel quale abbiamo assistito al mediocre “Dark Wings Of Steel”, ha permesso al duo Staropoli/Lione di fare il punto della situazione e di poter gettare le migliori basi per il futuro; “Into The Legend” va a riprendere la resa del sound di inizi carriera, quando ancora il monicker era solo Rhapsody, con meno fronzoli cinematografici e più fierezza nel songwriting. La nuova dimensione sembra vestire a pennello addosso al quintetto, riuscendo a mostrare una release creata da un vero gruppo piuttosto che il project di una coppia di elementi; tutto sembra funzionare meglio, più incisivo e fortemente ispirato.
La produzione riesce a catapultare l’ascoltatore in un universo parallelo, dove ci si sente ‘protagonisti’ senza la minima fatica; i suoni sono più graffianti e crudi rispetto al passato senza deficitare la vena melodica mentre le performance pongono come primo obiettivo la compattezza e l’impatto delle songs (Fabio Lione caleidoscopico e Alex Holzwarth furia umana). L’attività di mixing e mastering, infine, riescono a creare una forza imponente che nella band è sempre stata un poco latente.
“Into The Legend” è appagante dall’inizio alla fine…se volete potenza e headbanging “Distant Sky”, “Into The Legend” e “Rage Of Darkness” vi faranno felici mentre se la vostra maturità richiede pathos e maggiore variegabilità allora con “Winter’s Rain”, “Shining Stars” e “The Kiss Of Life” passerete momenti di piacevole goduria. Da applausi “A Voice In The Cold Wind” e “Realms Of Light”, veri highlight di questo nuovo lavoro dei Rhapsody Of Fire.
Testa risollevata e grande balzo in avanti verso il nemico, per fortuna…è sempre un piacere scoprire come un musicista abbia avuto la pazienza e il coraggio di perpetrare il proprio discorso artistico, concedendosi i giusti tempi di metabolizzazione. Un disco aspettato (con ansia) da tempo. Bentornati.