Quando si parla di melodia erroneamente si pensa a qualcosa di mieloso, easy e che ha richiesto poco
lavoro; in realtà anche I generi melodici riserbano un considerevole numero di insidie durante la
realizzazione, perché la creazione di motivi impattanti ma non banali non è immediata come sembrerebbe.
I Blackrain possono essere un esempio, sia nel bene che nel male; i quattro rockers francesi, con tutti i cliché glam/street al loro posto, riescono a plasmare un sound moderno senza tradire il passato, imbastendo un songwriting sleaze/glam che non lesina qualche strizzata d’occhio all’aor, ma si dimenticano completamente di badare alla resa e alla passione. “Released” è un album con un potenziale enorme, concepito con pathos ed intelligenza, ma che presenta una band dedita al compitino senza regalare qualcosa in più.
La produzione è catalizzante e diretta, curata con meticolosità ma senza dimenticare le origini del sound glammy; i suoni sono intensi e spigliati mentre le performance denotano una già buona capacità
tecnico/esecutiva…al mixing e al mastering tocca l’ingrato compito di ‘far suonare’ il quartetto, operazione che riesce solo in parte purtroppo.
Capitoli come “Mind Control”, “Puppet On A String” e “Eat You Alive” suonerebbero con molto più
carattere se fossero state seguite con maggior dedizione esecutiva…”Run Tiger Run”, “Back In Town”,
“Home” e “Rock My Funeral” si attestano come le meglio riuscite del platter, complice anche la vena
creativa che ha saputo unire diversi mondi con sapienza ed intelligenza, mentre il resto del disco rimane su livelli sufficienti anche se non indimenticabili.
Per cui, cari Blackrain, fuori le palle e iniziate a suonare con maggior pathos e passione anche in studio. “Released” getta delle basi interessanti indubbiamente ma oltre all’incazzatura ‘attitudinale’ occorre un’altrettanta incazzatura musicale per fare breccia, altrimenti tutto evapora come acqua al sole.