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CHAOSWEAVER – Enter the realm of the Doppelgänger

Le parole sono importanti e vanno misurate con cura. I Chaosweaver ritornano con un album che viene definito “cinematic extreme metal”. Attualmente la parola cinematografica viene attribuita con troppa leggerezza al metal, ma è un aggettivo che si può ben legare ad un certo tipo di power ed epic perché riporta giocoforza alla mente battaglie e scontri furiosi, ma che trova poco riscontro nel lavoro dei norvegesi. Enter the realm of the Doppelgänger è un album decisamente più filosofico che cinematografico, in quanto affronta l’affascinante tema dello straniamento dalla realtà e quindi, tra le righe, di un complicato caso di psicosi, andando poche volte però ad abbracciare temi che portino ad una riflessione profonda. Alla fine di cinematografico i Chaosweaver hanno solo il modo di vestire alquanto bizzarro e certe spoken words evocative ed azzeccate. Musicalmente parlando il disco vive di alti e bassi, risultando decisamente canonico quando il quartetto si cimenta nel loro genere di riferimento, ovvero il black metal sinfonico, mentre spunti interessanti si aprono davanti all’ascoltatore allorché un pizzico di sperimentazione prende piede nel disco, ovvero dalla metà in poi. Se c’è una cosa di cui rendere atto a questi ragazzi è che, nonostante la terra di provenienza ed il genere suonato, non assomigliano quasi per niente ai Dimmu Borgir; c’è purtroppo anche da dire che il black metal delle prime tracce sia molto prevedibile e poco coinvolgente, appiattito da un drumming monotono e da un uso fin troppo massiccio di tastiere che risultano preponderanti e sopra le righe. Anche le virate death dei passaggi successivi non colpiscono assolutamente nel segno, nonostante l’ottima prova del cantante Cypher Commander che si rivela veramente un portento, capace di barcamenarsi tra uno stile e l’altro e regalare una prova molto intensa. Bisogna aspettare fino alla meravigliosa tripletta centrale perché l’album decolli e regali momenti di assoluto piacere. Con “Infected” si alza decisamente il tiro e ci si butta in un territorio quasi inedito dove il black metal incontra il prog. So che molta gente penserà che Arcturus ed Enslaved hanno già percorso questo cammino, ma in realtà siamo in un’altra dimensione, in cui la potenza del black metal più feroce viene mantenuta ma affiancata a tastiere e synth di stampo tipicamente prog che portano questo brano su un livello nuovo e assolutamente affascinante. La successiva “A requiem for lost universe” riesce a fare ancora meglio, esprimendo tutta la claustrofobia e il degrado che l’incrocio tra doom e black può generare. Fantastici i Chaosweaver quando decidono di rallentare come in questo caso, dimostrandosi intelligenti ed evocativi, anche nelle lyrics da pelle d’oca che virano verso uno sci-fi apocalittico e profondo già caro agli Obscura. La successiva “Crystal blue”, pur non essendo un capolavoro, si dimostra decisamente interessante nell’approccio industrial marziale, altro genere in cui i norvegesi riescono decisamente bene e che purtroppo è poco sfruttato all’interno dell’album. Non male anche la conclusiva “Ragnarök Sunset”, dove i toni si stemperano un po’ in favore della melodia che abbraccia sì nuovamente spunti prog, ma che risulta abbastanza ruffiana con la presenza di clean vocals femminili della misconosciuta ma brava Suvi Grym dei Vanguard.

Un album altalenante, tirando un po’ le somme, che dopo ripetuti ascolti riesce a regalare delle gemme di un’intensità rara per il black metal sinfonico, ma che altre volte si affossa da solo per colpa di schemi e strutture rigide che i Chaosweaver dimostrano di riuscire a superare senza troppi problemi, ovviamente quando vogliono farlo. Con un po’ più di coraggio il prossimo album potrebbe essere veramente ottimo, per ora invece Enter the realm of the Doppelgänger è sospeso in un limbo che non lo gli permette di emergere.

  • 6,5/10

  • CHAOSWEAVER - Enter the realm of the Doppelgänger

  • Tracklist
    1. A red dawn rise
    2. Wings of Chaos
    3. Maelstrom of black light
    4. The great cosmic serpent
    5. Infected
    6. A requiem for lost universe
    7. Crystal blue
    8. Repulsion
    9. Ragnarök Sunset

  • Lineup
    Cypher Commander. voce
    Max Power. tastiere
    Albert von Fleischer. chitarre
    Jack Tyger. batteria
    Mika Pusa. basso (live)
    Janne Niiranen. chitarra (live)