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CIEMENTIFICIO – Marcia marcia

Thrash e demenzialità. Non un binomio totalmente inedito, perché accanto a band che fanno di temi sociali o di guerra i loro cavalli di battaglia ce ne sono sono tantissime che infarciscono le loro lyrics di humor nero, generalmente legato a zombi ed al consumo smodato di alcolici vari. I Ciementificio si inseriscono prepotentemente in questa corrente con un album caratterizzato quasi nella sua interezza da un umorismo a volte tagliente, altre volte grezzo e caciarone. Marcia marcia strappa più di una risata durante l’ascolto, ma è evidente che la comicità a volte un po’ puerile degli abruzzesi non regge il confronto con l’umorismo raffinato di Elio o quello esplosivo dei Gem Boy. Meglio allora quando l’ironia va a concentrarsi sulle tematiche inerenti alla scena metal stessa, come il pit che diventa un sanguinolento campo di battaglia in “Pogo alla volta” o quella esilarante dichiarazione d’amore che è “I love you thrash metal”. Ed è proprio nei brani prettamente thrash che i Ciementificio danno il meglio, dimostrandosi una band tecnica ed in grado di scrivere brani di una potenza veramente notevole. La già citata “Pogo alla volta” è forse l’esempio più lampante che si può trovare nell’album, una vera e propria killer track fatta di velocità e riff serratissimi che spingerebbero a pogare anche il più compassato dei metallari. Non male anche “Il treno della morte”, dove il thrash si imbastardisce con un rock’n’roll sguaiato e trascinante per culminare in un paio di breakdown finali tritaossa un po’ spiazzanti ma decisamente riusciti. Un esempio di songwriting decisamente particolare e fuori dai canoni che tocca l’apice nella maestosa “Io e te tre metri sotto terra”, una lunga suite di oltre 11 minuti incredibilmente varia in cui il consueto thrash prende pieghe veramente inaspettate. La lunga parte centrale strumentale stupisce non poco, dato che si possono ascoltare echi di metal neoclassico prima che i due chitarristi ingaggino un duello a base di note alla velocità della luce che ricorda un po’ i Dragonforce, mentre il finale sfocia nello swing e poi in un salutare tupa-tupa in odore di hardcore melodico (quel giro di basso sa veramente tanto di NOFX!). Viene quasi da mangiarsi le mani a sentire nella sua interezza Marcia marcia, perché a fianco di un brano così ricco ed articolato ce ne sono anche di veramente pessimi, come “Faraone riccone” che non ha capo nè coda e la terribile “Maiala”, un hard rock scolastico che sarebbe accettabile giusto per una band da sagra della porchetta. Veramente ottima invece è la produzione targata dysFUNCTION, che saggiamente tralasciano i loro classici suoni cyber e futuristici per enfatizzare le chitarre e sopratutto le voci, veramente ottime ed adatte ad ogni brano grazie alla versatilità di Bonasone che riesce ad esprimersi sia con un ottimo growl che con un discreto pulito. Marcia marcia risulta quindi un lavoro decisamente gradevole, assolutamente appetibile per i thrashers incalliti ma anche per chi cerca qualcosa di un po’ più ricercato o per chi volesse anche farsi due risate mentre rotea la folta chioma. Peccato per qualche imbarazzante caduta di stile che affossa un po’ l’album, altrimenti avremmo avuto tra le mani un vero e proprio gioiellino.

  • 7/10

  • CIEMENTIFICIO - Marcia marcia

  • Tracklist
    1. Tronista sei il primo della lista
    2. Il treno della morte
    3. Rapimento alieno
    4. Faraone riccone
    5. Maiala
    6. Pogo alla volta
    7. Marcia marcia
    8. Io e te tre metri sotto terra
    9. I love you thrash metal
    10. Tafferugli

  • Lineup
    Bonasone. voce
    Tizzj. chitarra
    Culattex. chitarra
    Jackerini. basso
    Coolexio. batteria