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DARKEST HOUR – Darkest Hour

I Darkest Hour, con l’uscita del loro nuovo album dal nome omonimo a quello della band medesima, siglano l’ottava uscita discografica affidandosi questa volta alla Sumerian Records.

Il gruppo in territorio Europeo non gode della stessa fama che gli ha resi celebri in USA e nel Nord America in generale; negli ultimi anni i Darkest Hour hanno preso la, discutibile o meno a seconda dei propri gusti, decisione di contaminare il Death Metal melodico di stampo americano che ha contraddistinto soprattutto le loro prime pubblicazioni, con sonorità vicine all’Hardcore e al discusso Metalcore, in modo da abbracciare una fetta più amplia di pubblico con sonorità molto più “commerciali” e accessibili.
Tutto questo ha ricoperto il gruppo di innumerevoli critiche (della serie: puristi del Death metal contro il Death melodico, presunti puristi di Death melodico contro il Metalcore e del Deathcore; Un imbarazzante e infinito Ouroboros )

Darkest Hour” è un album che non ha l’ambizione di rimanere negli annali, ma c’è da dire che rimane un buon prodotto, sebbene le canzoni riportino quasi costantemente il medesimo schema compositivo, dove le influenze Metalcore, se prima rimanevano una piccola cellula che da poco aveva cominciato la propria scissione, ora sono un tessuto che ricopre pienamente buona parte delle tracce.
Il Metalcore sente tanto le influenze dei primi lavori che hanno reso celebri i Bullet for my Valentine e gli Atreyu, con il Groove prepotente dei tanto blasonati Trivium.
I riff dei Darkest Hour sono incalzanti e compatti, capaci di proporre sempre nuove formule e variazioni(nonostante il Death metalodico sia un genere di per se ridondante), per la maggior parte delle volte vincenti, accompagnati dal Growl aggressivo costantemente ribattuto dalle Clean Vocals che si ritrovano per lo più nei ritornelli.
Innumerevoli i rapidi assoli di chitarra che rimangono molto più legate alla tradizione Death melodica, sebbene ogni tanto si sentano anche influenze un po’ più Southern (vedi la Open track “Wasteland” dove il secondo assolo, a seconda delle interpretazioni, è tributo o abnorme scopiazzatura del leggendario DimeBag Darell).
L’Hardocore e il Metalcore nei pezzi più aggressivi e concitati funziona molto bene, come nelle tracce “Lost for Life”, la sopra citata “Wasteland” e “Rapture in Exile”.
Stesso discorso per le tracce più introspettive e più sentite; naturalmente qua gli esempi ricadono sulle due tracce principali e forse più belle e complete dell’album quali “Anti-axis” e “By The Starlight”, con la partecipazione in quest’ultima della cantante Dreamings che da un ottimo contributo con la sua delicata voce.
Le restanti tracce risultano essere abbastanza ordinarie e perfettamente contestualizzate all’interno del prodotto finale, a parte “Futurist”, a tratti dalle sonorità molto positive e da gruppo che intrattiene le nottate di uno “Spring Break” americano.

Nel complesso, nonostante sia un album senza troppe pretese e importanti prospettive future, “Darkest Hour” è sicuramente un buon lavoro in grado di farsi apprezzare per la sua immediatezza di assimilazione, forte della versatilità della band e di tracce capaci di entrare subito nella testa dell’ascoltatore che dopo pochi ascolti si ritroverà a canticchiare frammenti e ritornelli delle canzoni.
Rimane solo da scoprire l’evoluzione musicale che la band vorrà intraprendere e quindi se i Darkest Hour rimarranno sulla falsa riga di queste sonorità o si avvicineranno sempre di più al Metalcore abbandonando progressivamente gli aspetti più “Death”.
Il prossimo album ci darà qualche risposta in più.

  • 7/10

  • DARKEST HOUR - Darkest Hour

  • Tracklist

    01. Wasteland

    02. Rapture in Exile

    03. The Misery we Make

    04. Infinite Eyes

    05. Futurist

    06. The Great Oppressor

    07. Anti-Axis

    08. By the Starlinght

    09. Lost for Life

    10. The Goddess Figure

    11. Lunar Divide

    12. Beneath the Blackening Sky

    13. Surrealist

    14. Hypatia Rising

    15. Departure

     


  • Lineup

    John Henry – Vocals

    Michael Carrigan – Guitars

    Mike Shleibaum – Guitars

    Aaron Deal – Bass

    Travis Orbin – Drums