Il Deathcore è un genere che ha diviso un sacco l’opinione pubblica, fra chi, da una parte, è riuscito a accettare questa novità musicale che nell’ultimo decennio ha preso sempre più piede, soprattutto in America e in Inghilterra, sfornando però nella maggior parte dei casi gruppi “copia e incolla”, mentre dall’altra parte il fondamentalismo dogmatico-musicale se ne è tenuto sempre alla larga, ritenendolo una facile via di accesso al mercato musicale, rendendo il death metal e l’hardcore “commerciale”.
Fatta questa doverosa introduzione per r meno abbienti, i Deatherapy rientrano in codesta controversa scena musicale con questo EP di esordio, rappresentante una società che non riesce a rialzarsi dalle proprie macerie dalle quali è intrappolata, senza via di fuga e possibilità di salvezza e redenzione.
“Look, We Are Dying” è diretto, senza troppi francesismi e senza troppi fronzoli. Le sei tracce sono facilmente assimilabili già dai primi ascolti e il sound proposto è potente e soprattutto mai banale con un bilanciamento perfetto fra elementi più moderni e passaggi più classici.
I riff di chitarra sono ben studiati e dal coefficiente tecnico abbastanza elevato che passa da passaggi rapidi, taglienti e ricchi di squealing, a passaggi più lenti ma possenti e coinvolgenti, a parti più melodiche e sperimentali; belli gli assoli in “Black Wings”, il singolo fatto uscire come anticipazione e nella traccia introduttiva , “Abyss Of Shame”, con sonorità molto più vicine all’area “technical” del death metal.
I Deatherapysono fra i pochi dei gruppi emergenti a misurare con accuratezza l’uso dei breakdown, calibrandoli bene all’interno di questa loro prima uscita, non rendendo l’ascolto monotono e senza lasciare quel senso di “sentito e risentito” alla fine dell’ascolto. Bravissimo Filippo Sinico alla voce che padroneggia bene il growl, anche nei passaggi brutal e quelli tendenti allo scream.
“Look, We Are Dying” è un EP completo, eccellente dal punto di vista della produzione e della tecnica nell’esecuzione.
I Deatherapy, con questo lavoro e con la loro visione di una società incapace a ripartire, entrano, imponendosi non come alternativa fra tante opzioni omogenee fra loro, ma come risposta, con tematiche e musica di livello, a una scena deathcore italiana scarna di gruppi degni di nota; nel merito questo EP è un ottimo punto di riferimento per chi si voglia accingere a questo genere.
