Siete mai stati trascinati nella polvere fino al frastagliato orlo dell’Inferno? Se conoscete la sensazione, avete ascoltato almeno una volta nella vita i Mercyful Fate. Con questo stato d’animo mi avvicino al progetto dei due storici chitarristi Michael Denner e Hank Shermann, che riportano sulla scena metal la loro minacciosa ombra con questo nuovo “Masters Of Evil“. L’artwork è un tuffo al cuore: il richiamo alle fiamme maligne di “Don’t Break the Oath” è forte e meravigliosamente retrò.
Sean Peck raccoglie il pesante fardello del confronto inevitabile con un Re, il Re Diamante, e decide di non tirarsi indietro, cimentandosi in una prova davvero notevole che omaggia il cantante danese senza rinunciare però ad uno stile personale efficace e convincente. Un incipit velenifico come “Angel’s Blood” e “Son of Satan” non può che riempire le orecchie di metallo fuso, così come la maestosa “Pentagram And The Cross“. La formazione crea un muro solido e compatto intorno ai due chitarristi, maestri nel farci viaggiare su binari che portano direttamente alla Copenaghen di trent’anni fa. Il risultato è nostalgico, ma di assoluto valore e non solo per i fans dei Mercyful Fate, è un album che piacerà a tutti gli amanti dell’heavy classico e dei cambi di tempo al cardiopalma come quelli della granitica “Escape From Hell“.
La piccola perla finale “The Baroness” chiude un disco che si crogiola nella tradizione, percorrendo sentieri ben tracciati: ma a chi non piace tornare a casa, seguendo una strada conosciuta, disseminata di ricordi? Ascolto obbligato per i fans, vivamente consigliato per tutti gli altri.