Il rispetto è qualcosa che si guadagna con fatica e dedizione ma che può svanire in una manciata di secondi; paradossalmente, nel metal moderno sembra siano diventati gli ‘errori’ a rappresentare la carriera di una band, finendo per avvolgere in una densa foschia quei platter illuminanti riconosciuti come gli autentici masterpieces.
Gli In Flames sono uno dei maggiori emblemi di questa forma di condanna discografica…abbandonata da tempo immemore la ‘retta via’ (e perso per strada un elemento determinante come Jesper Stromblad), i cinque svedesi perpetuano un lavoro di ricerca della propria identità che, ironicamente, non trova ancora una dimensione tangibile; “Battles” è un disco che di metal ne ha veramente poco (il che, tuttavia, non rappresenta una critica) e che non eccelle nella ricerca di cori indovinati e melodie easy-impact. Il risultato di tanto sudore sono dodici tracce che mettono sul piatto una vastità di idee prive di coesione finale.
La produzione moderna risente di quanto detto sopra, sbilanciandosi in favore di una pulizia eccessiva e sacrificando una ricerca sonora che avrebbe fatto la differenza; le performance tradiscono un velo di superficialità, specie negli arrangiamenti, rese maggiormente piatte dalla mancanza di dinamicità nelle strutture che ne scarica il mordente…solo il mixing, certosinamente azzeccato, riesce a calibrare meglio tutto l’insieme e a renderlo almeno accessibile.
Segnatevi questi titoli: “Drained”, “Like Sand”, “Before I Fall” e “Wallflower”, questi sono i pieces dove la classe della band riesce ancora a colpire discretamente…“Through My Eyes” prova a picchiare energicamente come un tempo mentre “Battles” e “Underneath My Skin” si abbandonano a soluzioni che, nonostante i ripetuti ascolti, non arrivano a far male. Il resto è un saliscendi indie alternative e metalcore privo di un target d’arrivo definitivo.
In ambito recensivo, gli album che lasciano senza parole si dividono in due categorie: eleganti e pretenziosi; “Battles” appartiene a questa seconda categoria…mi auguro che gli In Flames possano mettere ordine nella loro concezione musicale così da tornare a stupire l’intero mondo…vanno bene le melodie semplici le ruffianerie elettroniche e le chitarre core, l’importante è che ci sia intelligenza nell’abbinarle.