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LO! – Monstrorum Historia

Ricordate quando parlo con entusiasmo della coerenza di un’etichetta, quella bellissima cosa che ti permette di prendere un disco a occhi bendati e di rimanere quasi sicuramente soddisfatto? Beh, posso affermare senza timore di smentita alcuna che la Pelagic si sta imponendo come realtà principale per tutto quello che gira intorno al “post”. Stavolta è il turno degli australiani Lo!, che con questa loro seconda release semplicemente sbriciolano ogni convinzione che faticosamente uno riesce a costruirsi riguardo questo universo musicale costituito in prevalenza da uomini barbuti. Monstrorum Historia (che è anche un’opera visionaria del seicentesco Ulisse Aldrovandi, sappiatelo) è un disco che va dritto per dritto, non regala momenti di tecnica assoluta né intuizioni destinate a cambiare il corso della musica. Eppure. Eppure questo album sono convinto che rappresenterà per i ragazzi di Sydney quello che Leviathan ha rappresentato per i Mastodon, ovvero la scintilla vitale, la presa di coscienza di avere due caratteristiche che ti portano per forza una spanna sopra gran parte delle band “normali”: un bassista che viene da un altro pianeta e la capacità di scrivere delle belle canzoni e di farle arrivare all’ascoltatore. Il quartetto australiano è riuscito a costruire un album che vale la pena di vivere dall’inizio alla fine perché ha sempre qualcosa da dire, o in questo caso da urlare. Ogni sfaccettatura del filone post è stata sviscerata e riproposta dai Lo! in quello che è la loro particolarissima visione che stravolge schemi e canoni ormai tristemente rigidi per riuscire a creare un disco ostinatamente unico. Le ruvidità tipicamente hardcore, le furiose e liberatorie cavalcate metal, i momenti riflessivi, asperità sludge, sprazzi addirittura vicini al grind  ed inaspettate aperture melodiche: tutto questo viene frullato all’interno di Monstrorum Historia con una creatività e anche una certa umiltà che porta il quartetto a non strafare per non appesantire la struttura di brani che vivono essenzialmente di splendide progressione e mutazioni interne. Semplicemente incredibile il lavoro del bassista che, senza mai voler imporsi come prima donna, sorregge la band grazie ad un tocco caldo e ricco di groove. Ottima la produzione che mette in risalto l’eccellente lavoro di basso e la versatilità della voce, veramente coinvolgente ed adeguata in ogni frangente, così come i suoni della chitarra, sempre caldi e corposi come piace a me. L’unica cosa che non ho particolarmente apprezzato è la batteria che suona un po’ troppo secca e piatta, ma forse è una scelta stilistica per far risaltare gli altri membri della band. Un disco eccellente in definitiva, fresco e godibile in tutta la sua durata, e soprattutto con all’interno già quel benedetto gene della creatività che porterà i Lo! a sfornare un capolavoro. Perché lo faranno, fidatevi. Intanto godetevi questa perla, anche per potere fare i saccenti in futuro e dire ai vostri amici barbuti e non “io li conoscevo già!”.

  • 8,5/10

  • LO! - Monstrorum Historia

  • Tracklist
    1. As above
    2. Bloody vultures
    3. Ghost promenade
    4. Caruncula
    5. Heven, beneath weeping willows
    6. Fallen leaves
    7. Crooked path - The strangers ritual
    8. Lichtenberg figures
    9. Bleak vanity
    10. Palisades of fire
    11. So below (before we disappear)

  • Lineup
    Carl Whitbread. chitarra
    Adrian Shapiro. basso
    Adrian Griffin. batteria
    Jamie-Leigh Smith. voce