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PSYCHOFAGIST – Songs of faint and distortion

Mi piacerebbe tantissimo potere scrivere una recensione brevissima per gli Psychofagist, del genere “questo album è una bomba, accattetivillo”, perché vorrebbe dire che l’ascoltatore medio (bruttissima definizione, ma tant’è) è abbastanza acculturato da capire ed apprezzare una musica così intricata eppure esaltante come quella dei piemontesi. Purtroppo credo che non sia così, ed in questo caso il mio umile compito è quello di provare a rendere quantomeno percepibile l’inspiegabile, dare un senso di lucidità alla matematica follia che permea Songs of faint and distortion e propugnare un briciolo di curiosità in chiunque non avesse mai ascoltato niente del terzetto. E allora la mia missione sarebbe compiuta, perché se è vero che i Psychofagist non sono assolutamente per tutti, chi riuscirà ad entrare a fatica nei meandri della loro musica scoprirà un universo a sé stante in grado di regalare soddisfazioni incredibili. Ormai è chiaro che i novaresi più vanno avanti e più vogliono far male, ed in questo album raggiungono forse quella che è la loro definitiva maturità con un distacco praticamente totale dai Naked City e dal padre putativo John Zorn per andare a toccare nuove vette di schizofrenia coadiuvato da inserti elettronici dei Napalmed. Songs of faint and distortion è un viaggio unico dentro i risvolti più malati della mente umana, dove il grind prende forme inedite ed è in costante evoluzione per tutta la durata dell’album. Se già i brani un po’ più “tradizionali” sono difficili da digerire, con tempi stortissimi che cambiano costantemente per mettere a dura prova le coronarie, la seconda parte dell’album si rivela ancora più sperimentale, con devastanti inserti elettronici e oppressive dilatazioni spazio-temporali che si potrebbero quasi definire technical ambient. Ecco, la tecnica è indubbiamente il punto di forza del terzetto, perché i nostri sfruttano le loro mostruose abilità per confezionare qualcosa che trascenda la semplice musica per delinearsi semplicemente come Psychofagist. C’è chi definirebbe tale approccio eccessivo, chi sicuramente faticherà a trovare il bandolo della matassa in un flusso costante ed incessante di imput, io trovo semplicemente che questo album sia una delle uscite più nuove ed avanguardistiche in assoluto nel campo musicale e per tanto ogni persona avrà un’opinione differente. Il voto che trovate è quindi solamente un numero, irrilevante a parere mio e totalmente legato questa volta al mio gusto personale, perché mai come con questo disco l’obiettività è destinata ad andare a farsi fottere. Da amare o da odiare, ma sicuramente da ascoltare.

  • 8/10

  • PSYCHOFAGIST - Songs of faint and distortion

  • Tracklist
    1. Blankness reign supreme
    2. Movement
    3. Mechanoabsurdity
    4. Neuronopatia sensitiva subacuta
    5. Digression into distortion
    6. Inhuman 3.0
    7. 22nd century misshapen man
    8. Song of faint
    9. An autism aenigma
    10. Unique electronix forms
    11. Uninitiation

  • Lineup
    Federico De Bernardi Di Valserra. batteria
    Stefano ferrian. chitarra, voce
    Marcello Sarino. voce, basso