Bicchieri pieni e bandierine, un pizzico di follia e tanta musica, per un perfetto party a stelle e strisce, di cui le commedie collegiali si fanno ritratto, a riempire ogni molecola di “Sex First“, il nuovo album della band italiana Midnight Sin.
Un tentativo ambizioso, per i cinque giovani italiani, quello di viaggiare su un’immaginaria linea temporale che conduce dal Glam anni ’80, fino all’Hard Rock del duemila, ma che in larga parte ha raggiunto il suo scopo, senza tralasciare quella che in musica è una componente essenziale: il divertimento.
Una band giovane, esattamente come giovane appare la sua produzione, assolutamente “spinta”, maliziosa, intrigante, sotto ogni punto di vista: dall’intro vintage di “Snake Eyes“, alle dinamiche heavy di “Midnight Revolution“, alle liriche esplicite di “Feed Me With Lies“, passando attraverso la licenziosità di un nome, quale “Sex First“, per giungere alla realtà di una nuova generazione, che ha fatto del vizio, il metro di giudizio della propria esistenza.
Sleaze Rock, dalla venatura hard, per “No Matter“, “You Piss Me Off” e “Rise & Yell“, in contrasto con una semi-acustica “Code:69” e la malinconica ballad pianistica “Sweet Pain“, unico possibile esito di una serata ricca di emozioni.
Brani rivelazione, “Till It’s All Gone Away” e “2 Words“, trampolini di lancio per un’atmosfera live che ha bisogno di raccogliere non solo le capacità, ma, soprattutto, tutta la grinta che sicuramente non manca ai Midnight Sin.
Melodie catchy, ottimo groove e una voce carismatica: la band italiana non va ascoltata, va lasciata libera di trasportarci in una realtà in cui non c’è differenza fra santi e peccatori, perchè siamo tutti un po’ “Midnight Sinners“, o no?!