Guardo sempre con occhio scettico le mitiche ‘collaborazioni’, perché in molti casi l’arte va al servizio del dio-soldo (è ovvio che devono arrivare a fine mese anche loro) e il risultato sono 20 sacche in meno nel portafoglio e un disco in più che ascolterò altre due volte nella vita.
Tocca a Dario Mollo e a Tony Martin salire sul patibolo al cospetto del sottoscritto; due personaggi che nel corso delle loro gratificanti carriere hanno già prodotto album prelibati dal chiaro gusto ‘retrò’ (The Cage vi dice niente?), due caratteri forti che hanno la sempre meno frequente pazienza di estrarre l’uno dall’altro il meglio, e due mondi musicali molto distanti che riescono a collimare come un Tetris preciso. A coaudiuvarli in questa avventura troviamo Fulvio Gaslini al basso, Brian War e Dario Patti alle tastiere e niente meno che Roberto Gualdi (che aveva già collaborato con Mollo nel riuscitissimo debut dei Noize Machine) alla batteria.
Il genere non si discosta da quanto già proposto dal due nei precedenti percorsi: un hard rock dal forte sapore bluesy, con grandi passaggi epici e un tiro micidiale- La produzione volutamente polverosa, i suoni caldi e fumosi e delle performance di grande fattura fanno da sfondo a una decina di brani che alternano il proprio status grazie a delle dinamiche riuscitissime.
Si salta su “Wicked World”, “Oh My Soul” e “Can’t Stay Here” mentre il piede batte ripetutamente il tempo delle anthemiche “Cirque Du Freak”, “One Of The Few”, “Wardance” e “Blind Fury”; capitoli interessanti anche se non facilmente catalogabili rimangono “Still In Love With You” e “Don’t Know What It Is All About You”, segno che al duo piace abbattere le barriere del proprio stile.
Un disco che profuma di rock e che invoglia ad essere scoperto ascolto dopo ascolto; un marchio di fabbrica che, pur non producendo un capolavoro, mantiene standard qualitativi davvero interessanti. E soprattutto un’ottima prova di un artista italiano!
