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MOTORFIRE – Rising Fire

I Motorfire, originari di Kobjeglava, in Slovenia, si presentano con il loro debut album “Rising Fire“, per la Metal Tank Records. Il primo impatto non lascia spazio a dubbi, il giovane combo sloveno si ispira totalmente alle sonorità anni ’80, rifacendosi a mostri sacri come Iron Maiden, Judas Priest e Def Leppard, con una strizzatina d’occhio agli Helloween dei due storici Keepers; spesso però si lasciano trascinare da queste ispirazioni e scivolano nella ripetizione compulsiva delle gesta dei loro eroi.

L’album è piacevole, scorre via senza troppi intoppi e denota una buona preparazione tecnica dei musicisti, pur con qualche piccola imperfezione in fase di registrazione, ma in generale, c’è una sensazione di potenzialità non pienamente compiuta. Probabilmente i Motorfire hanno bisogno ancora di qualche miglioria e di molte prove live per pensare di approcciarsi ad un secondo album.

Siamo quindi in clima NWOBHM, con aperture al power tedesco, come ci dimostrano la breve intro e subito il pezzo che apre questo “Rising Fire“: il singolo “Burnout” è accattivante, per tutta la durata della canzone penserete intensamente ad “Hearts on fire” degli Hammerfall e la troverete allo stesso modo ruffiana al punto giusto. Si fa subito strada la sensazione che il talento ci sia in questo gruppo, ma ci vorrebbe un po’ più di coraggio per sganciarsi dagli esempi dei gruppi più famosi, per trovare il proprio sound. “The Pride” ripercorre le strade del glam più sporco, ricordando molto Motley Crue e Poison, proponendosi come pezzo
scanzonato e allegro, con un assolo interessante, dalla crudezza simile a quella dei Twisted Sister. La NWOBHM irrompe prepotentemente con “Claws’n’Fangs“, assolutamente Judas Priest style, con una buona prova del cantante Anej Marušič, che con qualche lezione di canto in più potrebbe tirar fuori delle prestazioni decisamente valide.

Miss You” è la ballad tipicamente ottantiana, Def Leppard’ school, con testo leggerissimo e mielosa melodia, che scivola però in qualche tratto nella scontatezza. “Night Version” è forse il punto più debole dell’album, finisce nel dimenticatoio appena finito l’ascolto. Un episodio invece molto originale, che rivaluta un po’ tutto l’insieme è “Demoni”, pezzo cantato nella loro lingua madre, con ottimi spunti sia tecnici che puramente melodici. L’album si conclude con “Motorfire“, che per i primi 20 secondi è un omaggio piuttosto spudorato agli Iron Maiden e un personale rinvio del cantante alle corde vocali di Bruce Dickinson e Michael Kiske, pezzo che si dimostra nel complesso positivo, anche se gioverebbe alla freschezza dell’insieme una durata minore dei singoli pezzi. Con l’outro “Feel Your Burning Heart“, i Motorfire ci lasciano con un punto di domanda: le potenzialità ci sono, saranno in grado di trovare la loro strada e fare il salto di qualità, uscendo dal limbo della sufficienza, che per ora li lascia nella fase “divertenti se visti suonare ad un festival”.

  • 6/10

  • MOTORFIRE - Rising Fire

  • Tracklist
    01. Rising Fire
    02. Burnout (Tire on Fire)
    03. Metropolis of Dreams
    04. The Pride
    05. Ghost Rider
    06. Claws’n’Fangs
    07. Miss You
    08. Night Version
    09. Demoni
    10. Motorfire
    11. Feel Your Burning Heart

  • Lineup
    Anej Marušič (Vocal)
    Boštjan Pertinač (Lead Guitar, Back Vocal)
    Maks Šuc (Lead Guitar, Back Vocal)
    David Černic ­ Dafko (Bass)
    Miha Polanc ­ Polo (Drums, Back Vocal)