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OPETH – Sorceress

Ci sono band che sono instabili, poco adatte alla staticità musicale…il compito ingrato di un fan è di imparare a concepire le evoluzioni dei propri beniamini a mente aperta, provando a immedesimarsi in quello che viene espresso dalla progressione musicale senza rimanere troppo attaccato alla discografia retrostante. Un lavoro difficile, che richiede tempo e grande tempra.

Da qualche anno a questa parte le uscite degli Opeth rappresentano un agrodolce mistero per la propria audience. Il combo svedese ha attraversato alcune stagioni ben diversificate e dallo strambo “Heritage” (ma dal valore indiscutibile) in poi la bussola ha iniziato a puntare verso il passato approdando sulle spiagge di un progressive made in 70s nel quale, è necessario dirlo, di metal ne si riscontra sempre meno. “Sorceress” non tradisce le ultime virate e prova a scendere ancora di più nella ricerca sonora settantiana, il cui apice traspare nelle strutture intricate modernizzate da un sound avvincente.

La produzione è volutamente vintage e calda, particolare che risveglia l’interesse ad ogni episodio lasciando sempre l’ascoltatore sulla lama del rasoio…i suoni sono pomposi ma oltremodo studiati, lasciati respirare grazie a un mixing colto ed elegante e un mastering appropriato che ama appassionatamente le dinamiche sinusoidali…sulle performance c’è poco da dire in quanto i cinque svedesi sciorinano una prova dall’appeal ‘old’ ma dalla precisione millimetrica e bilanciata.

Le chitarre malinconiche di “Persephone” e le tastiere ambient di “Persephone (Slight Return)” fungono da Colonne d’Ercole nelle quali è racchiusa una marea sonora avvincente…”Sorceress”, “Strange Brew” e “Era” abbracciano doom e metal senza mollare la pressione progressive, mentre altri capitoli come “Chrysalis” e “A Fleeting Glance” colpiscono per la variegatura degli arrangiamenti. Se il vostro scopo è scivolare nel profondo della creatività degli Opeth allora “The Wilde Flowers” e “Will O The Wisp” faranno al caso vostro, mentre con la delicata “Sorceress 2” e l’arabeggiante “The Seventh Sojourn” potrete rallentare il respiro e rilassare il cervello.

Tante parole spese per esprimere un disco quando basterebbe semplicemente convincersi che “Sorceress” va ascoltato e stop…gli Opeth sfornano un disco invidiabile e soprafino sotto ogni punto di analisi, mettendo in luce come sempre la grande capacità di studio e il freddo pathos esecutivo. Un disco che dovete avere assolutamente…Incredibile.

  • 9/10

  • OPETH - Sorceress

  • Tracklist

    01. Persephone

    02. Sorceress
    03. The Wilde Flowers
    04. Will O The Wisp
    05. Chrysalis
    06. Sorceress 2
    07. The Seventh Sojourn
    08. Strange Brew
    09. A Fleeting Glance
    10. Era
    11. Persephone (Slight Return)

  • Lineup

    Mikael Akerfeldt: Vocals & Guitars

    Fredrik Akesson: Guitars
    Martin Mendez: Bass
    Martin Axenrot: Drums
    Joakim Svalberg: Keyboards