Come non avere l’acquolina in bocca davanti ad un progetto che riunisce dei musicisti del livello di Joe Lynn Turner (Rainbow, Deep Purple, Yngwie Malmsteen), Karl Cochran alle chitarre (Ace Frehley), Tony Franklin al basso (The Firm, Blue Murder, Whitesnake) e il formidabile Carmine Appice alla batteria (Vanilla Fudge, Rod Stewart, Ozzy Osbourne, Blue Murder, King Kobra)?
I RATED X nascono da un’idea di Serafino Perugino, eclettico presidente della Frontiers Records che suggerisce a Joe Lynn Turner di riproporsi con una band stabile e con un lavoro di rock onesto e pulito. Così è: questo omonimo “Rated X” suona dannatamente bene, si fa ascoltare e riascoltare senza stancare mai, il tocco dei musicisti è raffinato e l’album è elegante nella sua semplicità.
“Get Back My Crown” presenta subito l’album come un gioiellino, specialmente per la prestazione di Joe Lynn Turner, che con immenso piacere sentiamo cantare un pezzo old style, di puro e semplice rock and roll. Nell’originale “This Is Who I Am” è splendida la prova di Karl Cochran, song dal ritornello irresistibile, anche se qui la strada è tutta in discesa per questa band, “Fire And Ice” e “Lhasa” varrebbero da sole ascolto e acquisto dell’album.
“I Don’t Cry No More” ha un respiro leggero e scanzonato, seguita dal tiro più aggressivo di “Devil In Disguise“, un pezzo denso e pastoso, ammiccante e potente.
L’intensa “You Are The Music” ci riporta indietro nel tempo con la sua atmosfera ottantiana e ci ricorda che l’album è prodotto da Alessandro Del Vecchio, ormai garanzia inossidabile di qualità, dal tocco inconfondibile in questo genere.
Il livello è altissimo in tutto l’album, un pezzo più classico, meno brillante rispetto al resto, come “Peace Of Mind” è subito riequilibrato dall’AOR di “Maybe Tonight“, che sale in cattedra con un chorus semplicemente perfetto.
L’ottima impressione che ci accompagna durante tutto l’ascolto dell’album è confermata dal ritmo del trittico finale: “On The Way To Paradise” è fresca e veloce, “Our Love Is Not Over” è la superballad in cui Joe Lynn Turner, con una prestazione da brividi, ci dimostra perchè si trovi sempre sulla cresta dell’onda.Si conclude con la trascinante “Stranger In Us All“, in chiusura di un lavoro senza tanti fronzoli, originale, con musicisti di rango elevatissimo che hanno trovato una buona alchimia e sembrano godere per primi di questo lavoro.
Hard rock diretto, ruffiano tanto quanto si chiede al genere, di stampo americano, diretto e preciso, che vi rimarrà in testa senza via di scampo, ma che cosa pretendete di più?
