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SATYRICON – Live At The Opera

Una vecchia canzone italiana recitava ‘i sogni sono desideri’…da appassionato di musica quale sono, trovo difficile mettermi nei panni di artisti blasonati e pensare che abbiano ancora dei desideri inespressi…in modo infantile li si concepisce come ‘super-eroi’ che, visto il loro posto nell’Olimpo musicale, non devono chiedere di più alla vita. Ma in realtà è la grande capacità di avere sogni da realizzare a permettergli di vivere e prosperare…

Satyr finalmente ce l’ha fatta…nel venticinquennale dei suoi Satyricon riesce a costruire ciò che, passo a passo, ha portato avanti nel corso della sua lunga carriera: un live album accompagnato da un coro e musicisti classici. L’amore del mastermind norvegese per le influenze sinfoniche è sempre apparso palese sin dai primi striminziti arrangiamenti di “Dark Medieval Times”, per cui avere tra le mani un’opera riarrangiata in chiave classico/lirico non ci lascia totalmente sorpresi. Il risultato è più che dignitoso, segno del perfetto connubio tra blast beat e parti orchestrali, tra chitarre zanzarose e brass section e tra il growl maligno e la purezza corale.

La produzione è fredda e raccolta come l’audience presente…i suoni sono glaciali e pesanti, dove il binomio chitarre/batteria da vita a una furia invincibile, mentre la purezza del coro viene continuamente ‘punzecchiata’ dai vocalismi di Satyr. Le performance sono stratosferiche, dove a mettersi in mostra è la macchina umana che porta il nome di Frost. Il mixing riesce miracolosamente a bilanciare tutte le componenti mentre il mastering pone in auge un act ormai di livello ultra-professionale.

La scaletta si incentra per la maggiore sui lavori recenti del duo norvegese, dove la sola “Mother North” riporta le lancette indietro di quasi vent’anni (da “Nemesis Divina”)…”Die By My Hand”, “Phoenix”, “The Pentagram Burns” e la ovvia “K.I.N.G.” rimangono i veri highlights, sia in termini di performance che di miglior arrangiamento. “Repined Bastard Nation” e “The Infinity Of Time And Space” appaiono in veste ancora migliore rispetto all’originale, anche se tutto il platter è su livelli più che buoni. L’unico neo, se vogliamo, è la poca comunicazione del frontman con l’audience, probabilmente dovuta alla location (teatro) e alla presenza di telecamere e ensemble corali che ne limitano i movimenti.

In conclusione, “Live At The Opera” è un sunto immortale di quanto creato dai Satyricon in tanti anni di carriera…l’unica neo è la mancanza di materiale da quel “Rebel Extravaganza” che, in sede di arrangiamento, avrebbe realmente dimostrato la vena sperimentale di Satyr e Frost. Per fans e non solo.

  • 7,5/10

  • SATYRICON - Live At The Opera

  • Tracklist
    CD1:
    01. Voice Of The Shadows 
    02. Now Diabolical  
    03. Repined Bastard Nation 
    04. Our World It Rumbles Tonight 
    05. Nocturnal Flare 
    06. Die By My Hand 
    07. Tro Og Kraft 
    08. Phoenix 
    CD2: 
    01. Den Siste 
    02. The Infinity Of Time And Space 
    03. To The Mountains 
    04. The Pentagram Burns 
    05. Mother North 
    06. K.I.N.G. 

  • Lineup
    Satyr: Vocals
    Frost: Drums