Oscuri ed ambizioni, così si presentano i francesi She Hunts Koalas, lisergici di nome e di fatto. “Terra Dementia” è un album composto da una percentuale altissima di buon doom, mescolato a scaglie di rock psichedelico e stoner di scuola settantiana.
Per certi versi simili ai loro colleghi Ufomammut, questi quattro musicisti offrono riff massicci, invischiandoli in melodie melmose e pesanti, con venature dark ed echi elettronici. Il pezzo di apertura è “Ashes“, un mondo nero e pesante, dove a farla da padrone è la traccia visionaria di Alex Gavalda, anche se appare sempre in piano piano il basso di François Cayla, cupo e rombante.
“Down” è il pezzo veloce dell’album, ma solo per durata: si trascina infatti nella stessa direzione degli altri pezzi, scaraventando l’ascoltatore in una grigia nebbia che disorienta e confonde, facendoci intravedere i vaghi contorni dei Black Sabbath. Non brilla nemmeno la luce dell’originalità in tutta questa ombra diffusa, ma in pezzi come
“Satellites” e “Amoenus” iniziano a tracciare un percorso più personale, intrapreso con coraggio dal quartetto di Tolosa. Nella speranza di sentirgli fare un passo più deciso vero lo sludge, che appesantirebbe nella giusta misura un sound già decisamente carico, l’ascolto di “Terra Dementia” è consigliato ai fans del genere, specialmente a chi non disdegna le contaminazioni più moderne.