Capita ogni tanto di ritrovare sulla scrivania (o sulla mail) un promo di una band sentita solo di nome, con una descrizione altisonante in grado di far impallidire le leggende della musica. Capita di doversi ricredere appena dopo un ascolto e di capire che la label di turno ha cercato di inculcarci in testa qualcosa che potesse attirare l’attenzione, più della qualità del lavoro della band stessa. Ma ci sono volte in cui un disco ti possa travolgere in pieno fin dai suoi primi secondi.
Stiamo parlando di “Tellurian” dei Soen, la superband nata nel 2010 dall’idea di Martin Lopez – ex batterista degli Opeth – di coinvolgere il suo amico Steve Di Giorgio ( Death, Testament, Iced Earth) in questa nuova avventura (nel frattempo Di Giorgio ha lasciato la band purtroppo ndr ); dopo il primo “Cognitive” uscito nel 2012, uscito senza i clamori della stampa e degli addetti ai lavori, il quartetto è tornato con uno dei migliori esempi di progressive metal moderno che potessimo ricordare. Paragonabile agli ultimi capolavori di Leprous, Haken e Tesseract, “Tellurian” continua quella ricerca sonora che parte dal progressive più puro per addentrarsi in parti quasi post rock, d’atmosfera, passando attraverso a riff djent che farebbero la gioia di Misha dei Periphery. Unite una voce come quella di Joel Ekelof dei Willowtree, in grado di far letteralmente sognare gli ascoltatori, tra urli, passaggi dolcissimi in falsetto e parti teatrali come se ci trovassimo di fronte ad una storia che attende solo di essere raccontata.
In attesa del 2015 e di un nuovo capitolo della discografia dei Tool, perché perdersi questo masterpiece??? 52 minuti di musica d’avanguardia, 52 minuti di piacere allo stato puro.