L’arte offre infinite possibilità di espressione e coinvolgimento, riuscendo nell’intento di appagare ogni tipologia di gusto esistente…il grado di passione tangibile è il vero metro di misura di questa complessa forma di interazione umana, grazie al quale distinguere chi mette il proprio amore alla mercé di questa dea ingrata e chi invece prova a prendersene gioco subdolamente viene facilitato.
Il caso dei Sound Storm è molto particolare e ha richiesto una ‘visione d’insieme’ che avevo solo prospettato…la band torinese arriva al terzo sigillo improntando novità sia stilistiche che di diffusione: la costruzione di un concept cinematografico a episodi (via web) ha permesso al loro sound di potersi allargare maggiormente, sbrigliando furbescamente dai canoni metal tipici. L’interpretazione, a mio avviso, è la vera chiave per affrontare il symphonic metal in questione, dovendo far combaciare la verve musicale con le direttive registiche dell’opera.
“Vertigo” è un disco equilibrato sia in termini di produzione, dove ogni particolare salta all’orecchio con estrema facilità, sia in termini di componimento, il cui spessore rimane indubbio. Le performance sono umane e vissute, anche se un divario invisibile rimane più che tangibile: Elena Crolle e Fabio Privitera sono i veri fiori all’occhiello di queste dieci tracce, dove la vastità negli arrangiamenti della prima si sposa con la drammaticità delle lyrics del secondo, il quale fornisce la miglior prova canora di sempre.
Il song by song rimane superfluo in un disco del genere, dove potrete trovare una caleidospica proposta che farà la felicità sia dei metallari accaniti sia di chi adora i sofismi; sicuramente la immortale “The Dragonfly” e la più introversa “Original Sin” rimangono i capitoli più incisivi di tutto il platter, anche se è più che lecito non sottovalutare momenti come “Metamorphosis” e “The Ocean”.
I Sound Storm non devono assolutamente dormire sugli allori, da adesso in poi; la scena li ha visti arrivare ad una professionalità invidiabile grazie a questa nuova fatica, per cui i canoni valutativi diverranno ancora più esigenti in futuro. Uno dei dischi nostrani più carichi di prospettiva di questo 2016.
