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SUPERCHRIST – Holy Shit

Il revival della NWOBHM e dell’heavy metal puro in generale ha attecchito abbastanza bene nel Vecchio Continente, riportando a relativa popolarità i vecchi leoni che avevano creato tale suono e permettendo ad alcune giovani leve di guadagnarsi slot di rilievo nei festival di settore e nei maggiori open air. Demon, Angel Witch, Tygers Of Pan Tang, Satan e altri nomi più oscuri si sono recentemente dati battaglia su stage più o meno rinomati, segno che si è aperta una nuova, positiva, stagione per i superstiti di quella età dell’oro. Oltreoceano le cose non vanno così bene, ma nel sottobosco, fittissimo, dell’heavy a stelle e strisce si annidano piccole realtà che perseguono nell’ombra sonorità che negli States rimangono fuori moda e desuete.

I Superchrist sono naviganti di lungo corso e annoverano almeno un nome di medio lignaggio quale Chris Black dei Pharaoh, qua impegnato a basso e voce, quando nella sua band principale siede dietro le pelli. Approdati al sesto disco di una carriera conosciuta, invero, solo dai super cultori dell’underground, i nostri sono quanto di più incontaminato e radicalmente “inglese” si possa ascoltare oggigiorno. Il loro metal ha la leggerezza e l’agilità delle produzioni delle annate ’80-’81, è semplice e senza sovrastrutture, incentrato sulla chitarra e su quei vocalizzi poco squillanti, molto controllati e tecnicamente rivedibili, che andavano di moda prima che prendessero piede interpretazioni tonanti e ricercate. La tracklist è incentrata su up-tempo trascinanti, con misurate intrusioni di sezioni dal sapore hard rock, secondo un cocktail di gusti che era comune una trentina e rotti di anni fa, quando tante formazioni erano allo spartiacque tra una musica dura di nuova concezione e le suggestioni hard del decennio precedente. Canzoni, come l’opener “Run To The Night”, “Black Thunder”, “Beer Metal”, amalgamano la rudezza motorheadiana e dei migliori Saxon all’ala melodica del metallo anglosassone, e la sintesi finale è sicuramente di piacevole ascolto, merito anche di azzeccati coretti di supporto all’altezza dei refrain. La voce un po’ sforzata di Black e l’assenza di riff scintillanti non portano però molto in alto le azioni della band, che si ferma a un livello di mero intrattenimento poco impegnato.  La lunghezza complessiva attorno alla mezz’ora rende in ogni caso discreta la fruibilità di “Beer Metal”, simpatica testimonianza di un manipolo di nostalgici, a cui manca un songwriting di spessore per diventare qualcosa di più di un act da collezionisti.

  • 6/10

  • SUPERCHRIST - Holy Shit

  • Tracklist
    1.Run to the Night  
    2.Take Me to the Graveyard  
    3.Hot Tonight
    4.Get Lost  
    5.Burn Again  
    6.Black Thunder  
    7.PAMF
    8.Don't Wanna Know  
    9.Sewer Snake  
    10.Beer Metal

  • Lineup
    Chris Black - basso, voce
    Ian Sugierski - batteria
    Hank Bitchlover - chitarra