Parte del moderno marketing musicale gioca sulla nostalgia e sulla celebrazione di capitoli seminali delle band storiche…il fascino suscitato dal poter vivere sulla pelle certi dischi, suonati dal vivo e in totale integrità, è una kimera vincente che attira molte di quelle persone che per motivi anagrafici non sono riuscite a goderne a tempo debito, mietendo vittime anche di quella falange di fans che non riescono a trovare soddisfazione nella scena odierna.
I Tesla, band che ha sempre annoverato la parte live nella propria discografia, ci consegnano a distanza di trent’anni tutto l’album d’esordio in una performance avvincente…Jeff Keith e soci (eccetto Dave Rude, entrato post reunion nella band) plasmano l’intero “Mechanical Resonance” con lo stesso entusiasmo del 1986, arrivando addirittura a superare la superata gioventù in termini di pathos e tiro. La scaletta non rispecchia ovviamente la tracklist originale, riuscendo ad imbastire sali e scendi di tensione che permettono all’ascoltatore di tirare il fiato…le performance sono mirate a rendere il più dirette e impattanti le strutture rock/blues che i Tesla sciorinavano ad inizi carriera, lasciando il compito alle due asce Hannon/Rude di governare il sound caldo e rotondo; sopra a tutti rimane Jeff Keith, ancora capace di raggiungere quelle vette canore potenti senza perdere lo strato di ruvidezza e grinta tipiche del suono della band.
Dopo molti anni è ancora un piacere approcciarsi a brani easy e freschi come “Ez Come Ez Go”, “Comin’ Atcha Live” o la cover di “Lil’ Suzie”, lasciando spazio ad episodi come “Changes” e “Before My Eyes” per assaporare la caratura più profonda del quintetto. “Love Me”, Rock Me To The Top”, “Gettin’ Better”, “Modern Day Cowboy” e la più oscura “We’re No Good Together” rimangono gli episodi più convincenti di questo inossidabile live, che porta come regalo la conclusiva “Save That Goodness”, scritta e prodotta da Phil Collen per la band (Collen sarà il produttore del nuovo disco – ndr).
A tutti gli appassionati della band americana, a chi non li ha mai sentiti e a chi invece vuol solo godersi un buon live, questo “Mechanical Resonance Live” farà passare un’oretta battendo il piede a tempo e canticchiando qualche coro dal facile appeal, a conferma che i Tesla rimangono un punto di riferimento di quella scena hard rock statunitense esplosa a cavallo tra gli 80s e i 90s.
