Quando si attraversano decadi nella continua innovazione di un genere irrimediabilmente viene voglia di riabbracciare le proprie origini…se si è sulla cresta dell’onda da molto tempo è importante non traviare il percorso della main band e cercare tempi modi e persone che possano condividere quella necessità di ritorno agli inizi.
L’intento dei The Lurking Fear è quello di poter, soprattutto, gratificare se stessi e quella parte ancora legata ai momenti in cui si muovevano i primi passi nel mondo metal; Tomas Lindberg e soci hanno dalla loro un’esperienza sterminata, costruita mattone dopo mattone attraverso i generi estremi…”Out Of The Voiceless Grave” arriva qualche mese dopo l’ep apripista e conferma sia l’ottimo status delle idee del quintetto sia la capacità di suonare a certe velocità nonostante le primavere inizino ad essere consistenti; il death metal sostanziale che caratterizza queste dodici songs è accattivante fresco e tenebroso al punto giusto, riuscendo a tenere l’ascoltatore sul filo del rasoio per tutta la durata.
La produzione è ambivalente, capace di ottenere la tipica atmosfera tetra dei primi dischi del genere ma di suonare spudoratamente attuale; i suoni sono oscuri e taglienti come lame affilate mentre le performance mettono sul piatto una coesione affinata e un’impatto d’altri tempi, dove una certa corposità live funge da valore aggiunto al contesto. Al mastering tocca il compito più duro, dovendo mantenere il livello di violenza alto senza mai demordere.
E’ importante sapere a ciò che si va incontro e i The Lurking Fear non sono una di quelle band che le mandano a dire…la titletrack aiuta a proiettare le orecchie in un universo da cui non si torna indietro; “Vortex Spawn”, “The Infernal Dread” e “With Death Engraved In Their Bones” sono capitoli spietati e diretti alla base dello stomaco, privi della minima pietà, mentre da “Upon Black Winds” in poi il songwriting diventa più variegato e sinusoidale: “Teeth Of The Dark Plains”, “The Cold Jaws Of Death” e “Winged Death” si aprono a diversificazioni meno pulsanti anche se il groove non perde mezzo colpo.
Abituati ai lavori delle main band prendere sul serio questo “Out Of The Voiceless Grave” apparirà un po’ difficile, tuttavia con la giusta apertura mentale e un pizzico di curiosità non sarà difficile approcciarsi alla nuova creatura di Tomas Lindberg, perché merita.