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WITHIN TEMPTATION – Resist

I Within Temptation sono sempre stati in evoluzione e questo era un dato di fatto già da prima dell’uscita dell’ultimo disco “Resist”. Un disco che vi anticipo già, dovrete ascoltare con le vostre orecchie, perché spiegarvelo mi risulta alquanto difficile. Per usare le parole della band stessa, con questo lavoro i Within Temptation hanno letteralmente preso gli elementi della musica pop odierna che consideravano i migliori stando al loro gusto, per poi sporcarli e completarli con quell’aggressività ribelle che manca a questo genere, dando quasi vita ad un nuovo tipo di musica.

La prima cosa da sottolineare è che l’album contiene principalmente due tipi di brani. Il primo gruppo è composto da canzoni che se non fosse per la voce inconfondibile di Sharon Den Adel, potrebbero essere scambiate per quelle di una qualsiasi band pop rock, come ad esempio “Holy Ground”, “In Vain” e soprattutto “Mercy Mirror”. L’altro gruppo è composto da quei pezzi che mantengono un pizzico di ruvidità in più, in cui piccoli dettagli inseriti qua e là ci ricordano i “vecchi” Within Temptation, come i vocalizzi di Sharon nel finale di “Raise Your Banner” o i cori cupi di “Endless War”.  “The Reckoning” e “Mad World” sono indubbiamente in linea con il più recente stile della band e ci richiamano all’album “The Unforgiving”.

Nel disco non manca il brano più soft, intitolato “Firelight”, che purtroppo però non regge il confronto con le altre ballad che il gruppo ha sfornato nel corso la propria carriera (perdonate, ma il paragone è quasi inevitabile). Il tutto si chiude in bene su “Trophy Hunter”, probabilmente il brano più interessante a questo giro, quello che forse incarna al meglio l’intenzione di rendere la musica pop più mordace.

Sicuramente c’è da apprezzare l’onestà dei Within Temptation, che con “Resist” hanno ripreso da dove avevano lasciato nel 2014 con “Hydra”, facendo quello che altri artisti molto spesso non osano fare: hanno avuto il coraggio di sperimentare e cambiare sempre di più, allontanandosi da quello che era stato il loro terreno sicuro per molto tempo, infischiandosene dei rischi. Del resto, l’album in ogni caso è piacevole all’ascolto e potremmo passarlo con la sufficienza, dire “bravi”, continuerete ad essere sempre i nostri Within Temptation. Eppure, messa questa band sul piatto della bilancia, a questo punto della loro carriera ci tocca chiederci…sarà un album di cui ci ricorderemo ancora tra diversi anni? Ci sono dei brani che diventeranno dei loro classici? Purtroppo, credo di no, ma spero di sbagliarmi.

  • 5,5/10

  • WITHIN TEMPTATION - Resist