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PAIN – Coming Home

I geni, quelli veri, si riconoscono al volo…si può denigrarne ipocritamente l’operato, viverli con un profondo senso d’invidia in fondo al cuore o semplicemente giocare ad ignorarne l’esistenza, ma ciò che viene portato al mondo raggiunge target nemmeno lontanamente immaginabili, arrivando con il tempo a definire nuovi orizzonti e a catalizzare l’attenzione anche dei più testardi detrattori. Credo, in fondo, che il loro risultato sia una bilanciata capacità di far compromessi, tra sé stessi e il mondo circostante.

 

Che ne siate infatuati artisticamente o che cerchiate di minimizzarne l’arte, Peter Tagtren è uno di quegli artisti ai quali si offrirebbe un aperitivo solo per riuscire a far quattro chiacchiere…ad un lustro di distanza dal precedente “You Only Live Twice” il musicista scandinavo arriva con l’ottava creatura dei suoi Pain, cercando di allargare ennesimamente il sound senza perdere impatto e freschezza. Il risultato di questo “Coming Home” è di una variegatura inaspettata, capace di assorbire influenze da pianeti distanti e di rileggerli nella tipica verve industrial del progetto secondario del visionario chitarrista.

 

Coaudiuvato dal figlio Sebastian alla batteria e dal tastierista dei Carach Argren Ardek, il buon Peter non può far altro che stupire il mondo…la produzione è moderna e fredda come un robot, caratterizzata da suoni pulitissimi e taglienti e da performance mirate a rendere le strutture il più accessibili possibile, mentre mixing e mastering creano un ambiente perfetto dove tutto arriva all’orecchio senza la minima difficoltà, specie quei piccoli arrangiamenti che fanno la differenza su un disco simile.

 

Le dieci songs faranno la felicità degli open minded, soprattutto per un infarcimento musicale studiato e meticoloso; “Designed To Piss You Off” gigioneggia con il rock americano mentre “Call Me” (feat. Joakim Broden) e “A Wannabe” mostrano il preponderante ascendente orchestrale che abbraccia il disco…”Pain In The Ass” e “Natural Born Idiot” picchiano dirette mentre la titletrack e “Black Knight Satellite” si contornano sia di ritmiche costanti che di orchestrazioni filmografiche, lasciando a “Absinthe-Phoenix Rising” il compito di stemperare l’atmosfera grazie alle aperture melodiche contenute. Infine, menzione particolare meritano “Final Crusade” e “Starseed”, forse gli episodi più ‘distanti’ che esemplificano al meglio la visione ampia di questo platter.

 

Ennesimo step positivo per un artista che ha il pregio di mai fermarsi e di essersi messo nella condizione di poter fare quello che vuole; Peter Tagtren rimane un esempio da seguire e una personalità da studiare profondamente, dal quale ogni volta si sa che ci sarà da imparare. Bentornato ai Pain.

  • 8,5/10

  • PAIN - Coming Home

  • Tracklist

    01. Designed To Piss You Off

    02. Call Me
    03. A Wannabe
    04. Pain In The Ass
    05. Black Knight Satellite
    06. Coming Home
    07. Absinthe-Phoenix Rising
    08. Final Crusade
    09. Natural Born Idiot
    10. Starseed

  • Lineup

    Peter Tagtren: Vocals, Guitars & Bass

    Clemens 'Ardek' Wijers: Keyboards
    Sebastian Tagtren: Drums