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Aenimus: quando l’horror si fa metal

Soggetti horror e spaventosi si sa, vanno a braccetto con la musica metal da anni. Del resto, il nostro genere preferito, con tutte le possibilità e variazioni musicali che prevede, ben si sposa con tanti argomenti terrificanti che pullulano nell’immaginario umano, riuscendo spesso a descriverli piuttosto bene.

Chi ne è del tutto consapevole, sono gli Aenimus, band progressive extreme metal di San Francisco, che colto il potenziale di tali tematiche, sono da poco entrati nelle grazie della Nuclear Blast con un contratto fresco fresco e un album abbastanza impegnativo in uscita. Il loro nuovo disco “Dreamcatcher”, che vedrà la luce il 22 febbraio, è infatti un concept album tutto dedicato ai film e racconti cult dell’horror moderno.

In una serie di video rilasciati negli scorsi mesi, che potete vedere sul canale YouTube ufficiale della casa discografica, la band californiana si è già presentata raccontando la propria storia e introducendo a grandi linee le tematiche del disco in uscita e il processo di registrazione.

Elettrizzati dalla complessità del concept abbiamo voluto parlarne direttamente con la band; il chitarrista del gruppo Sean Swafford si è reso disponibile a rispondere alle nostre domande curiose e ad approfondire l’album insieme a noi. Vi parleremo non solo del disco in sé, ma anche di libri e film…e dal momento che vi vogliamo tanto bene, lo faremo in stile quasi completamente spoiler free nel caso non aveste ancora visto qualche film o letto di qualche storia a cui faremo riferimento.

Ciao Sean! Se dovessi scegliere qualche riga di testo da un brano tratto dal vostro nuovo album “Dreamcatcher” che descriva al meglio il disco nella sua interezza, quali sceglieresti?

Dal brano “Day Zero”

“It’s time to escape myself
I am aware
I’m awake”

ITA: “È tempo di fuggire da me stesso
Ne sono consapevole
Sono sveglio”

Questa è sicuramente una domanda difficile a cui rispondere, ma sento che queste poche righe possano ricapitolare perfettamente l’album e sono infatti molto convenientemente le ultime righe di testo in tutto il disco. Il testo può essere interpretato sia come un climax del brano, ma anche dello stesso album, dato che sostanzialmente l’intero lavoro si basa su una serie di diversi incubi da cui l’ascoltatore si risveglia alla fine di tutto.

Il concept dell’intero lavoro infatti, comincia già dalla copertina del disco, con un riferimento a colui che è riconosciuto come il maestro dell’horror odierno, l’instancabile Stephen King.

Cosa ci puoi dire dell’artwork? Sappiamo che è stato ispirato al racconto “L’Acchiappasogni” di Stephen King, ma in che modo avete deciso di sfruttarlo?

Volevamo che l’artwork fosse un’estensione dell’album, non che fosse soltanto un accenno al suo contenuto, doveva anche mostrare la varietà e i diversi stati d’animo che questo prevede. Il titolo del disco “Dreamcatcher” non è soltanto un riferimento al film e al racconto omonimo, ma rappresenta anche un acchiappasogni in sé, dato che le storie raccontate sono proprio gli incubi che vi sono rimasti intrappolati. Jose Parodi è riuscito a rendere la copertina meravigliosamente.

“L’Acchiappasogni” è romanzo horror fantascientifico pubblicato da Stephen King nel 2001, ambientato a Derry, una piccola cittadina del Maine, Stati Uniti (la stessa dove si svolge anche la vicenda del famosissimo “It”), nei pressi della quale quattro amici d’infanzia si ritrovano ogni anno per una battuta di caccia al cervo. Lì, nei boschi, c’è una baita. Dentro la baita c’è un acchiappasogni, un oggetto misterioso proveniente dalla tradizione degli Indiani d’America, un oggetto portafortuna che dovrebbe imprigionare i brutti sogni…Ma cosa accadrà a questi quattro amici, legati da una curiosa vicenda del passato che ancora oggi li perseguita? Ovviamente essendo in un racconto del signor King, potete già immaginare che avranno a che fare con un qualche incubo decisamente antipatico che per loro sfortuna prenderà vita. Se non siete dei grandi lettori, sappiate che esiste anche un film di Lawrence Kasdan del 2003 che mette in scena il tremendo episodio.

Musicalmente parlando, come siete riusciti a ricreare le atmosfere per queste storie horror attraverso la musica? Avete dato ad ogni strumento una “parte”, oppure avete lavorato sui brani in tutta la loro interezza?

Abbiamo tratto molta ispirazione dalle colonne sonore dei film, dato che i compositori per i film sono dei geni nel ricreare le atmosfere. Volevamo anche rendere questo album il più dinamico possibile, il che ci ha spinto ad avere per tutti gli strumenti un momento in cui splendere.

Sono venuti prima i testi o la musica?

Durante la composizione del disco in genere abbiamo scritto sempre la musica per prima, ma alle volte i testi sono stati scritti contemporaneamente.

Gli stili di cantato all’interno dell’album sono molto vari: abbiamo growl profondi, un po’ di scream e anche voci pulite. Avete scelto uno stile per ciascuna situazione particolare, come se si trattasse di attori all’interno di un film?

In queste storie abbiamo tenuto in conto tutte le emozioni, da quelle piccole a quelle più grandi. Abbiamo sperimentato come potevamo usare non solo la musica, ma tutti gli elementi, quali fossero quelli migliori per poter interpretare queste emozioni. Abbiamo sperimentato perciò diversi strati, per rendere certi momenti più d’impatto o più tenui; alcune scelte sono state intenzionali, altre sono state invece degli “incidenti felici”.

Messo in chiaro quale sia l’atmosfera generale di questo concept album, non ci resta che eviscerarlo insieme. Il disco è basato su quattro movimenti musicali principali, ognuno dedicato ad un’opera horror e formati da tre o quattro brani ciascuno, più una traccia finale di chiusura, che è proprio la titletrack (e della quale ispirazione abbiamo già parlato sopra).
Per essere più specifici, insieme a Sean abbiamo preparato un “track by track per tema”.

I Tema: It

Ormai una superstar del grande schermo, il volto di It è diventato quasi un sinonimo di film horror e non ha bisogno di grandi presentazioni. I più intrepidi tra di voi che avranno letto il romanzo omonimo di Stephen King (1986), sanno però che It non ha solo l’aspetto dello spaventoso pagliaccio che il cinema ci ha mostrato. It ha tanti volti, perché rappresenta la paura in sé, l’incubo che prende vita. Quale migliore classico del terrore quindi per cominciare questo viaggio di spiacevoli sogni? Dedicati ad It abbiamo sia una miniserie di due puntate di Tommy Lee Wallace (1990) che un recentissimo film di successo del 2017 diretto da Andrés Muschietti, perciò è quasi impossibile non conoscere almeno a grandi linee la sua storia; l’episodio iniziale del racconto con la barchetta e il piccolo Georgie in mantellina gialla antipioggia è ormai una delle scene più famose mai scritte da Stephen King.

Brani nel disco: “Before the Eons”, “Eternal” e “The Ritual”

Il commento di Sean: Qui abbiamo usato un tema musicale che connettesse tutte e tre queste canzoni, il che è stato divertente, perché abbiamo dovuto ogni volta ritrovare un modo nuovo per reinterpretare la stessa melodia.

 

II Tema: Hannibal Lecter

Brani: “My Becoming”, “The Dark Triad” e “Between Iron and Silver”

Spazio allo psichiatra criminologo più psicopatico di sempre. Creato dalla mente dello scrittore Thomas Harris, Hannibal appare per la prima volta nel 1981 nel racconto “Il delitto della terza luna”, seguito da altri tre romanzi dedicati al personaggio. Anche il Dottor Hannibal Lecter abbiamo avuto il piacere di vederlo in diverse salse, sia sul grande che sul piccolo schermo. Dalla famosissima trilogia di Jonathan Demme cominciata nel 1991 con “Il silenzio degli innocenti”, al più recente “Hannibal: Le origini del male” (2007) di Peter Webber, passando per la finissima interpretazione di Mads Mikkelsen nella serie tv “Hannibal” (2013-2015). Il dottor Lecter è di certo uno degli assassini più amati nella storia dell’horror. Cos’è che ci affascina tanto di questo omicida gentiluomo? Sarà il suo fare da aristocratico ammaliatore, un vero amante della bellezza e di tutto ciò che la celebra: la musica classica, l’arte della cucina, il disegno e le composizioni equilibrate, le belle città come Firenze…il cannibalismo?

Il commento di Sean: Nello scrivere questo movimento, ho pensato alla seduzione delle parole, dato che Hannibal è un seduttore. Così ci siamo spinti proprio verso un tipo di musica che fosse misteriosa e ammaliatrice.

 

III Tema: The Shining

Brani: “The Overlook” e “Caretaker”

La tensione provocata da un romanzo come quello di “The Shining”, scritto da Stephen King nel 1977 è qualcosa che molti di voi avranno sperimentato grazie al celebre film di Stanley Kubrick del 1980, nel quale Jack Nicholson interpreta meravigliosamente il protagonista Jack Torrance. Già prima però, nel 1977, il libro aveva avuto un grande successo ed era stata prodotta una miniserie televisiva molto fedele al racconto originale, sceneggiata proprio da Stephen King e diretta da Mick Garris. Probabilmente il fatto che si tratti di un racconto realistico di “ordinaria pazzia” ha reso “Shining” uno dei temi più gettonati di Stephen King. Cosa c’è di più terrificante della folle realtà e della pericolosità delle menti tormentate dai fantasmi?

Il commento di Sean: Questo movimento l’ho sentito come quello più oscuro, dato che può essere visto come quello più realistico, perché tratta di una madre e suo figlio, i quali devono sopravvivere dal marito e padre del bambino che ha perso la testa e vuole ucciderli. Il testo è tratto più dal romanzo che dal film, perché penso che abbia un finale d’impatto e più significativo.

 

IV Tema: La Zona Morta

Brani: “Second Sight” e “Day Zero”

Altro romanzo di Stephen King, a cui a quanto pare piacciono le persone con poteri straordinari. “La zona morta” del 1979 è un thriller coi fiocchi che racconta la storia di Johnny Smith, un uomo comune che dopo essersi risvegliato da anni di coma, scopre di aver acquisito il particolare potere di poter vedere il futuro delle persone, soltanto toccandole, grazie alla “zona morta” del suo cervello (ovvero il trauma causato dal coma). Johnny allora capisce di poter aiutare le persone a migliorare il proprio futuro sfruttando questo dono, modificando gli eventi per salvare vite ed evitare catastrofi. Un giorno però incontra un politico arrivista il cui futuro lo spaventa parecchio: guerre nucleari e distruzione di massa. Riuscirà Johnny a fermare quest’uomo? Per scoprirlo c’è anche un film del 1983 di David Cronenberg e una serie tv di Micheal Piller e figlio del 2002-2007. Non si tratta di un romanzo horror in senso stretto, ma sicuramente mette in scena parte dell’orrore derivato dalla malvagità umana e dalle possibilità di distruzione di chi sta al potere.

Il commento di Sean: Questo racconto è praticamente un thriller politico sovrannaturale, del quale è stato interessante scrivere perché ci ho visto delle situazioni paragonabili con lo stato attuale della politica.

 

A questo punto, prima di chiudere ci sono nate spontanee un paio di domande riguardo ai gusti personali di Sean in fatto di film…

Qual è il tuo film horror preferito?

Il mio film horror preferito è “Un lupo mannaro americano a Londra”. È sia terrificante che a tratti spassoso.

Se potessi scegliere di scrivere una colonna sonora metal per un film (non necessariamente horror), quale sarebbe?

Mi piacerebbe scrivere una colonna sonora metal per “Terminator 2”.

Sean, la nostra chiacchierata si conclude qua; ti auguriamo il meglio per la release del disco e grazie per il tempo che ci hai dedicato!

Grazie mille, noi tutti (NdA: della band) abbiamo apprezzato davvero.

Noi di HeavyWorlds invece speriamo di aver stuzzicato il vostro interesse in qualche modo, non solo nei confronti della musica degli Aenimus, ma magari anche per qualcuna di queste storie horror di cui vi abbiamo parlato. Perciò, che state aspettando? Andate a prepararvi dei popcorn e andate a gustarvi qualche film dell’orrore, oppure un bel librone di Stephen King… ma ricordatevi di lasciare anche qualche popcorn per l’ascolto di “Dreamcatcher”, questo venerdì 22 febbraio! E magari già che ci siete, se avete uno di questi stramaledetti acchiappasogni in casa, pensateci bene prima di appendervelo sopra il letto.