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Alessia & Michele – Temperance

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Alessia e Michele, le due nuovi voci dei Temperance. Ecco a voi cosa ne è uscito fuori dalla nostra chiacchierata.

– Ciao Alessia, ciao Michele. Benvenuti su Heavyworlds.com, come vanno le
cose a praticamente due settimane dall’uscita di “Of Jupiter and Moons”?

Alessia: Ciao Pinka! Alla grandissima! Prontissimi per partire con questo nuovo ciclo!

Michele: Ciao Pinka! Direi alla grande: i primi feedback sono stati davvero molto
positivi, c’è molta curiosità…e anche noi siamo davvero carichi!

– In ambito “Temperance”, vi avevamo già visto come coristi per il DVD girato a
teatro ad Alba. Fatemelo passare come frase, ma come è avvenuto questo
salto da coristi a cantanti del gruppo?

Michele: Le uniche cose in comune tra i due eventi sono l’amicizia e il rapporto
professionale che abbiamo con Marco, Luca e Alfonso. Al tempo Marco mi ha
affidato direttamente il compito di selezionare e “gestire” la questione “coro” per il
DVD: fui io a rivolgermi ad Alessia, Caterina e Giovanni e credo la scelta sia ricaduta
su di me sia per il rapporto umano che per la considerazione, dal punto di vista
musicale, reciproca. Ti confesso che per me è stata una sorpresa – stupenda –
essere coinvolto nella band perché ho sempre pensato che col dono che Marco ha,
difficilmente sarebbe servita una voce maschile ma…quando poi c’è stata la
separazione con Chiara, oltre all’aspetto professionale c’è stata una volontà ben
precisa da parte dei rimanenti membri di creare un ambiente dove l’amicizia e il
“sentirsi a casa” fossero elementi alla pari di tutto quello che concerne gli aspetti
gestionali della band.

– La separazione dei Temperance da Chiara è avvenuta a fine ottobre. I tempi per
la stesura di questo disco sono stati molto veloci, considerando che già a
gennaio eravate da Jacob Hansen…Come è avvenuto il processo creativo di
questo disco e voi in che modo ci avete fatto parte?

Michele: A dirtela tutta siamo subentrati con la maggior parte del lavoro già svolto. A
gennaio da Jacob Hansen – purtroppo aggiungerei, perché avrei davvero voluto
poter essere là – c’erano solo Marco e Alfonso. Noi abbiamo semplicemente
“completato” i brani già stesi in toto da Marco, scrivendone i testi e, nel mio caso,
contribuendo ad alcuni arrangiamenti e ad alcune sessioni di registrazione (voci,

archi, cori, pianoforti ed hammond) che abbiamo poi inviato a Jacob Hansen per il
mixaggio. Tutto questo si è svolto proprio a Gennaio con delle belle full-immersion!

– Per questo disco, avete fatto le cose in grande stile: Jacob Hansen per il
mixaggio e mastering e Tim Tronckoe per le foto promozionali. Com’è stato
lavorare con questi due grandi talenti?

Alessia: E’ stato indubbiamente un grosso salto di qualità sia per la band che per
ognuno di noi come singolo musicista. Il professionismo e l’umanità di entrambi sono
stati sorprendenti sotto ogni punto di vista, infatti non sono mai mancati il dialogo ed
il confronto. Sono state esperienze dalle quali abbiamo imparato moltissimo, ci
auguriamo davvero di poterle ripetere in futuro.


– Parlando ora del disco, partiamo dal nome “Of Jupiter and Moons” che mi
viene da tradurre come “Di Giove e delle lune”. Qual è il significato di questo
titolo e come si lega al concept dell’album?

Alessia: “Di Giove e delle Lune”, ossia ciò che riguarda Giove e le sue lune. Nella
title-track, ispirandosi alla tradizione, si dà l’immagine di Giove come padre delle
divinità, di cui le lune sono i figli. La tematica dello spazio, dell’universo e di ciò che
poco conosciamo è già stata affrontata altre volte dai Temperance ed essendo tutti
affascinati da ciò che riguarda lo studio dei pianeti ed il loro influsso sull’uomo,
abbiamo voluto propendere proprio verso Giove, collegandoci proprio alla tradizione
che lo vede come “spirito guida”.


– Anche la copertina è molto particolare, ci volete dire qualcosa di più al
riguardo?

Michele: Quello che affascina è che senza grosse indicazioni, Yann Souetre ha
creato questa magnifica opera d’arte ricollegandosi a quanto spiegato poco fa senza
che glielo spiegassimo direttamente. Quando lo abbiamo contattato, abbiamo deciso
insieme di rivelargli solo il titolo del disco…da lì Yann si è lasciato ispirare dai suoi
pensieri. Il risultato si collega sorprendentemente a quanto da noi ideato: la cover, in
stile futuristico, raffigura una divinità metà-uomo- metà-macchina che da una delle
lune di Giove governa le sorti del pianeta. Facendo una battuta, potrebbe essere uno
Zeus dell’epoca post-moderna.

– Il disco contiene ben dieci tracce, quali sono le vostre preferite e perchè?
Quali sono state le più difficili da realizzare e quali le più facili? Quali non
vedete l’ora di cantare live?

Alessia: I miei brani preferiti sono “Daruma’s Eyes” e “The Art of Believing”: due tra i
brani più tosti per quello che riguarda le sonorità e che riescono davvero a darmi
emozioni fortissime. Il secondo poi è anche stato tra i più complessi da realizzare,
insieme a “Of Jupiter and Moons”, per via del fatto che entrambi hanno richiesto
moltissime sfaccettature timbriche.

Michele: Praticamente tutti i brani di questo disco mi trasmettono una forte energia
positiva. “The Last Hope in a World of Hopes” e “Broken Promises” in particolare,
per il mix tra messaggio (mi riferisco al testo), sonorità e intreccio delle tre voci, sono
quelli che più mi danno carica…e allo stesso tempo quelle che davvero non vedo
l’ora di poter cantare a voce libera sul palco. Per quanto riguarda la realizzazione,
non posso fare a meno di pensare al percorso di “creazione” dei brani, ed ognuno ha
una sua storia. Sicuramente “The Art of Believing” è stato il pezzo più stimolante in
fase di realizzazione: tra Hammond, cori e giochi vocali di Alessia…c’è davvero
molta musica.


– L’ultima traccia si chiama “Daruma’s Eyes (Part I)”. Ci sarà anche una Part II?

Alessia: Trattandosi del mio brano preferito del disco…spero proprio di si! La volontà
c’è tutta e spero che sia un “seguito” anche migliore di quella attuale. Insomma, nulla
a che vedere coi film: sfateremo il mito del sequel che non riesce ad eguagliare il
primo capitolo?


– Ci potete raccontare qualche aneddoto simpatico avvenuto mentre lavoravate
insieme tutti quanti?

Alessia: Durante la fase di registrazione delle voci, i ragazzi mi hanno spesso presa
in giro quando notavano che, alzando il braccio destro, la take vocale rendeva molto
meglio di quando restavo composta! Da quel momento ad ogni ripresa la prima
raccomandazione era sempre “Ricordati di tenere il braccio alzato”

– Durante i live, oltre ai pezzi nuovi, farete anche i pezzi vecchi. Come state
strutturando ciò? Intendo dire, prima era solo una voce femminile
accompagnata da quella di Marco, ora siete praticamente in tre.. È stato
difficile in un certo senso riassegnare le parti vocali tra voi due?

Alessia: In realtà è stato un processo davvero semplicissimo. Abbiamo analizzato la
struttura dei vari brani assegnandoci le parti con un occhio di riguardo per la resa
sonora finale e per il bilanciamento delle voci.

Michele: Per dare una piccola anteprima: in linea di massima – tolti rarissimi casi-
Marco ha mantenuto tutte le sue parti ed io ed Alessia ci siamo spartiti le linee
principali. In aggiunta ci sono molti arrangiamenti armonici (spesso già presenti nelle
versioni studio) che ora guadagnano rilievo. La cosa stupenda è che nessuna delle
voci prevale sull’altra.


– Il disco esce il 20 aprile e già avete delle date live in giro per l’Europa con un
release party a Vercelli e una bella data con i Rhapsody Of Fire, Trick or Treat e
Frozen Crown a giugno. Sarà un anno pieno di live? Ci potete anticipare
qualcosa?

Michele: E c’è davvero ancora tantissimo in fase di programmazione. Se c’è un
campo dove i Temperance non si sono mai risparmiati è proprio il live: il sogno è
quello di stare più on the road che a casa! Da poco abbiamo annunciato un tour
Europeo che si aggiunge alle date già annunciate per Aprile-Maggio. Quello che è
certo è che la voglia che abbiamo di suonare è davvero tantissima.


– Alessia, stai sostituendo insieme a Michele una voce che ha segnato i primi
anni dei Temperance.. Come ti senti a riguardo essendo anche in un certo
senso la tua prima esperienza in una band di questo calibro?

Alessia: E’ in tutto e per tutto la mia prima esperienza con una band di musica
originale: devo ancora rendermi conto a pieno della cosa perché per me è un sogno
che si realizza! Sono davvero entusiasta e super-carica, pronta a partire per questa
splendida avventura!


– Michele, oramai ti conosciamo per i lavori con gli Overtures e i Kaledon..
Siamo un po’ curiosi di conoscere Alessia quindi oriento la domanda verso di
lei: come ti sei approcciata al canto e quali sono le tue influenze musicali
principali?

Alessia: Ormai sono passati 15 anni dalle mie prime “avventure musicali” dietro al
microfono: ho iniziato a cantare nel 2003 con una cover-band di miei coetanei in
Liguria, dove ho vissuto fino al 2010. Se devo dire la verità, ho sempre sentito il
bisogno di trovare una band con la quale poter proporre musica originale, ma non ho

mai trovato l’alchimia giusta per iniziare questo percorso. Sono rimbalzata da una
cover-band all’altra mentre i miei ascolti spaziavano dall’heavy metal all’hard rock,
dal black metal alla new wave. Non sono una che si pone limiti nei gusti, sono
sempre stata aperta ad ogni tipo di sonorità e ancora oggi porto con me questa
caratteristica nel mio stile vocale. Quando finalmente nel 2011 mi sono trasferita in
Friuli mi sono imbattuta in una realtà musicale molto stimolante e sfaccettata, un
ottimo ambiente dove poter iniziare la mia formazione tecnica.


– E’ tutto per ora. Grazie della vostra disponibilità. Vi lascio la parola per
chiudere l’intervista e salutare i nostri lettori.

Alessia: Grazie a te e a tutto lo staff di Heavy Worlds! Un grosso saluto a chi ci
segue abitualmente, chi ci supporta e chi ci…sopporta!

Michele: Io come di consueto quando mi viene rivolta questa domanda ne approfitto
per ringraziare di cuore chi si sbatte per darci questi spazi e chi ha la voglia e la
curiosità di leggere queste righe. Le band hanno la possibilità di farsi conoscere e di
poter raccontare quello che c’è al di fuori della musica solo grazie a voi, e nessuno
obbliga le redazioni a darci questi spazi o chi legge ad arrivare fino a qui: grazie di
cuore!